ROMA – “Alla luce di queste relazioni sono maturati delle ulteriori ipotesi di investigazione interessanti che contengono, a nostro giudizio, altri sviluppi investigativi che invieremo sia alla procura di Genova che a quella di Siena”.

Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta Pierantonio Zanettin che indaga sulla morte di David Rossi, l’ex capo area comunicazione di banca Mps morto precipitando dalla finestra del suo ufficio. “Se la legislatura dovesse sciogliersi anticipatamente – ha detto ancora Zanettin – affideremo tutto alla magistratura”. Ai giornalisti che chiedevano quale idea si era fatta la commissione dopo le relazioni, Zanettin ha risposto: “C’è la possibilità che ci sia l’istigazione al suicidio. Le lesioni riscontrate, che potrebbero essere datate alle ore precedenti, potrebbero aver costituito una minaccia e aver messo in condizione David Rossi di compiere un gesto estremo” ha concluso.

La morte di David Rossi. Per la superperizia “era cosciente, si lasciò cadere nel vuoto”. Spunta un video inedito

L’ipotesi che David Rossi possa essere stato narcotizzato prima di essere precipitato dalla finestra “è smentita in maniera scientificamente solida grazie agli esami tac che ci dimostrano che le lesività sono tipiche di una persona cosciente che impatta al suolo e che mette a protezione dell’impatto le gambe tese”. Lo hanno detto i medici legali illustrando la superperizia sulla morte di David Rossi ai giornalisti spiegando come si sia trattato di “un’azione tipica di una persona perfettamente cosciente. Gli esami tac ci hanno anche permesso di evidenziare i talloni in piedi in dorso flessione e questo lo abbiamo ricostruito dalle fratture tibiali”.

Tuttavia, “sul corpo di Rossi ci sono nove lesioni che non sono compatibili con il meccanismo di precipitazione” hanno proseguito i medici. “Si tratta – hanno spiegato con la loro relazione – di ferite allo zigomo sinistro, alla bozza frontale destra, alla pinna laterale sinistra e all’emi labbro sinistro. A nostro avviso, per il mancato sanguinamento, sono retrodatabili e pur non avendo capacità di analizzarle microscopicamente, possiamo dire che non possono andare oltre le 12, 24 ore precedenti la caduta. Possiamo escludere che siano auto inferte, magari accidentali”. I medici hanno anche chiarito che le lesioni al fegato di Rossi “sono compatibili con la caduta” mentre sulla lesione con echimosi al polso sinistro “non possiamo escludere che sia dovuta all’urto del braccio a terra quando il corpo assume la posizione di quiete – hanno spiegato i medici – riteniamo che sia compatibile con tale dinamica”. “Tuttavia – hanno concluso – non possiamo escludere in termini scientifici che una compressione violenta con un movimento di afferramento e rotazione possa aver dato lo stesso tipo di impronta”.