droneI droni per le riprese aeree sono davvero un’invenzione geniale.

E da quando questa nuova tecnologia consente di fare riprese aeree di miglior qualità, ed a costi infinitamente più bassi, è tutto un bel fiorire di nuovi video turistici di destinazione, con immagini sinceramente molto belle e suggestive.

Però… ogni volta che ne guardo uno, non riesco a non pensare alla famosa frase di Orson Welles, l’attore e regista di quel “Citizen Kane” (in Italia: Quarto potere) che molti considerano il film più bello della storia: «La tecnica? Non mi faccia ridere! Nel cinema, come in qualsiasi mestiere, la tecnica si impara in quattro giorni. Difficile, invece, è come servirsene per fare dell’arte».

Questi nuovi video sono molto spesso ben fatti, le immagini (e non solo quelle fatte con i droni) sono sontuose, il sole è quello italiano più autentico, il montaggio asseconda la storia, gli attori sono belli senza essere bellissimi, e quindi rendono più facile l’identificazione, la musica è impeccabile.

Ma non sempre, dietro la tecnica, appare l’arte: che in questo caso sta nell’avere un reale valore di carattere turistico, ovvero la capacità di rendere un’immagine della destinazione che sia capace di attrarre flussi di pubblico.

Le immagini bellissime, l’uso dei droni, la tecnica sofisticata non bastano per convincermi a visitare quella destinazione, se la sceneggiatura del video non è costruita sulla base di un preciso progetto di destinazione. Il pubblico, ormai, è smaliziato: non è sufficiente far vedere le cose che ci sono, ma il video potrà colpire il bersaglio soltanto se alla capacità di emozionare, corrisponde anche una narrazione delle immagini da cui emergano la chiave di lettura che voglio dare a quella destinazione, i servizi che la destinazione offre, le opportunità e le esperienze per i giovani o per gli anziani o per le famiglie con bambini, le cose che tutti conoscono e le novità, che possono essere di stimolo ad andare e – molto più spesso – a ritornare in un luogo che ci era piaciuto e che abbiamo voglia di riscoprire.

Tutte cose che devo poi ritrovare immediatamente, collegate ai fotogrammi del video, sul sito internet che compare alla fine del video.

Insomma, il video funziona quando non è un corpo a se stante, ma è invece parte di un preciso progetto di destinazione, che le immagini sanno tradurre in maniera coinvolgente ed emozionante.

Altrimenti, è tecnica senza arte (di far turismo).