Distrutto un terzo della produzione di sangiovese e buona parte dei vigneti sperimentali. È quello che è successo nei vigneti dell’Istituto Tecnico Agrario di Siena “Bettino Ricasoli” a causa delle scorribande dei caprioli. «In un’annata che ha presentato alcuni problemi a causa del clima – sottolinea il dirigente scolastico dell’Istituto Agrario Tiziano Neri -, abbiamo avuto un aumento della presenza dei caprioli nei nostri terreni. Un problema che è già presente da alcuni anni, ma, oggi senza dubbio in forte aumento. Una volta questi animali non c’erano o comunque c’erano in misura assai ridotta. L’equilibrio è saltato. O si catturano questi animali e si trasferiscono altrove oppure siamo costretti a recintare i vigneti, con costi che, come è immaginabile, davvero ingenti».
Le scorribande dei caprioli Oltre al danno economico e commerciale per la distruzione di parte dei vigneti, è ingente il danno fatto alla ricerca: un ‘campo-catalogo’ impiantato nel 2013 composto da 10 filari (corti) ed una ventina di varietà, fra cui la metà di vitigni sconosciuti – e per questo al centro del lavoro di ricerca dell’Istituto – e altri vitigni importanti come il Prugnolo gentile, l’Occhio di pernice ed il sangiovese piccolo precoce. «L’attività di ricerca attraverso la salvaguardia e la custodia è molto importante per l’Agrario – spiega Neri –, con l’obiettivo di proseguire la tradizione colturale senese anche attraverso gli antichi vitigni che si trovano nel centro storico o a ridosso della cinta muraria. Un danno quindi enorme quello causato dagli animali selvatici».
Il problema degli animali selvatici per l’agricoltura Un caso emblematico, comune a moltissime aziende agricole senesi, ma che avviene a ridosso della città. «Ungulati e predatori continuano ad essere i protagonisti indiscussi delle campagne senesi. L’emergenza continua – commenta Luca Marcucci presidente Cia Siena –. I nostri allarmi dei mesi scorsi sono sempre più forti, perché il problema degli ungulati e degli animali selvatici non viene risolto. Chiediamo interventi risolutivi a quello che ormai rappresenta una vera e propria piaga economica per il settore rurale».