Davvero curioso come la nostra società riesca a sollevare polveroni sulle bischerate e come invece nasconda il capo, come gli struzzi, per le cose serie. Sicuramente non è piacevole distinguersi al mare per un velo totale, come nel caso delle donne islamiche. Però anche affermare che uno dei sommi valori dell’Occidente sia il “culo ignudo”, è assai discutibile. Potremmo soffermarci sulla reale libertà delle donne musulmane di scelta. Io però vorrei evidenziare un altro aspetto, che forse è un pò dimenticato. Non vìola la dignità della persona un vestito totale, o meno, di una ragazza al mare. Anche troppa nudità non fa onore a una persona. Però una ostentata copertura del volto, se non la dignità, quantomeno rende difficile ogni forma di dialogo e relazione. Perchè uno dei valori della nostra società, pur nel nostro cristianesimo stanco, è il dialogo, la relazione, l’essere sociali. Ma una persona velata è il contrario: è una persona chiusa all’esterno, che fugge il confronto, che si difende dall’altro. Il velo è quasi un muro. Questo aspetto, che è più forse tribale, è il vero ostacolo all’integrazione. E al cittadino che vuole venire in Europa, oltre al rispetto delle nostre regole, dobbiamo chiedere l’impegno (più che la volontà) all’integrazione. Quindi noi non dobbiamo chiuderci, ma nemmeno permettere o acconsentire a chiusure dei nostri (presunti) interclocutori. Non tutte le comunità islamiche sono così, in molte ci sono veli moderati, e noi dovremo essere i primi a distinguere con chi abbiamo a che fare. Premiando quei modelli che sono capaci di integrasi. Evidenziando, contrariamente, quei modelli dove la chiusura è così radicata da far del male a chi la pratica per primo e alla società che la ospita. Evitando quel politicamente corretto che è alla base della nostra terribile situazione odierna.