Gli abbattimenti e le potature degli alberi, realizzati nei primi mesi dell’anno, sono stati effettuati secondo quanto previsto dal ‘Progetto di restauro della Ragnaia’. Gli alberi abbattuti sono stati 43 e ne verranno rimpiantati 39, altre piantumazioni saranno realizzate nei prossimi anni per non appesantire il ‘sesto d’impianto’. Le operazioni di rimpianto delle alberature, delle siepi e del ripristino dei prati, dovranno essere eseguite nel periodo autunnale per assicurare un buon attecchimento del materiale vegetale così come prescritto dalla Soprintendenza. Durante l’ultimo sopralluogo effettuato dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto, sono state previste piccole opere di variante (già autorizzata) quale miglioria ad una situazione già condivisa. Il sopralluogo effettuato dal dottore forestale Antonio Gabellini (redattore della relazione del 2017 sulla quale si è basato il progetto formale di Restauro della Ragnaia), incaricato dal Comune nel mese di luglio, ha certificato la corretta esecuzione e la qualità dello stato dei lavori eseguiti in osservanza del progetto stesso. La relazione del tecnico, dopo il sopralluogo, ha evidenziato come “l’abbattimento abbia confermato, qualora ce ne fosse stato bisogno, la presenza al colletto delle piante di alterazioni del legno profonde ed estese. Nel contempo ha permesso anche di osservare con maggior accuratezza le scadenti condizioni strutturali, vegetative e fitosanitarie della gran parte dei restanti alberi”.
«Come certificato dall’ultimo sopralluogo con i tecnici e la Soprintendenza, i lavori procedono in piena conformità a quanto previsto dal progetto di recupero ma di questo non avevamo alcun dubbio – sottolinea il Sindaco Danilo Maramai – Dispiace per le strumentalizzazioni politiche che in pochi hanno artificiosamente provato a creare, provocando, peraltro, un grave danno di immagine al nostro territorio e ai nostri operatori economici che con grande sacrifici stanno risollevandosi dopo l’emergenza sanitaria. Entro poche settimane il giardino riaprirà. I lavori così eseguiti hanno infatti permesso di limitare nel tempo il disagio per una chiusura prolungata degli Horti, dato che la realizzazione dei lavori a stati di avanzamento era solo dettata da esigenze di risorse economiche a disposizione del Comune e non certo al risultato finale della messa in sicurezza e del restauro».
«Le potature – si legge nella relazione – sono state condotte con tagli sia nodali che internodali generalmente rispettando e, quindi, non superando la misura precauzionale di 6-8 cm di diametro. Tagli più grandi sono stati effettuati, principalmente, per rimuovere rami cariati ed instabili e, secondariamente, per recuperare la linearità dei confini esterni del “bosco”, contenere e pareggiare lo sviluppo in altezza, aprire sia il viale centrale che parte dei vialetti secondari. Nel primo caso l’intervento è stato anche alternativo all’abbattimento di alcune piante che, altrimenti, sarebbe stato necessario per garantire l’incolumità delle persone”. “Salvo poche eccezioni – spiegano ancora i tecnici – le piante stanno ricacciando bene con numerosi getti che, in alcuni casi, sono ben sviluppati». «Il professionista nel pieno delle sue competenze e in accordo con Soprintendenza – prosegue la relazione – ha dato corpo anche ad un recupero paesaggistico, storico e colturale degli Horti Leonini. Il progetto è, infatti, stato indirizzato anche al parziale restauro, almeno formale, del popolamento arboreo attraverso il ripristino delle caratteristiche essenziali della ragnaia che consiste, principalmente, nel proporre nuovamente la regolarità dei piani di potatura. La gestione di un popolamento arboreo in forme geometriche prevede un superamento della concezione della pianta come elemento singolo per previlegiarne l’insieme. Ogni pianta diventa quindi un elemento che concorre insieme agli altri non solo biologicamente ed ecologicamente ma anche nella struttura e nella forma. Forma che per alcune piante può essere anche esclusiva. Dalla progettazione di recupero formale discendono parte delle potature internodali realizzate con tagli superiori ai 6-8 cm. L’eliminazione di alberi e porzioni di questi unito alla particolare struttura delle piante, caratterizzata generalmente da chioma per lo più “vuota” al suo interno, sono le cause dell’attuale stato di illuminazione del bosco della ragnaia. Visto il buon ricaccio, da parte delle piante potate, di nuovi getti è prevedibile un recupero visivo completo nell’arco di 3-4 anni».