Siano benedetti i sogni buoni, che regalano ispirazione e sorriso. Di recente, una mattina mi sono svegliata con una sensazione di entusiamo addosso: avevo sognato di partecipare a un concerto unplugged di Bruce Springsteen in una non meglio identificata strada di un quartiere povero di New York. Ok, non proprio povero povero, ma certo non era il Madison Square Garden dove il Boss ha comunque suonato. In realtá non so nemmeno se a New York un posto cosí esista veramente, perché ripensandoci le strade che portavano alla piazzetta lungo-molo dove Bruce si è esibito somigliavano alla darsena genovese. È sempre difficile controllare i sogni.
Tornando al Nostro e al concerto, l’occasione della sua comparsa inaspettata per fare musica con armonica in bocca, chitarra a tracolla e il compianto Clarence Clemons al seguito (lo so che é morto, infatti non ha detto nemmeno una parola in tutto il sogno), era che aveva vinto un premio molto importante – non mi chiedete quale perché lo ignoro – e aveva deciso di festeggiarlo regalando e regaladosi musica insieme alla gente. Tanti, totali sconosciuti richiamati nella darsena italo-americana dalla bellezza delle sue canzoni per poi scoprire che quello che cantava a pochi metri da loro non era uno che faceva le cover di Springsteen ma The Boss in persona. Nella realtá credo che abbia fatto di queste cose solo in qualche pub del New Jersey e mai all’aperto: finirebbe per mettere a rischio l’ordine pubblico.
Il concerto del sogno era proprio bello, comunque, e me lo sono goduto finché è durato e anche dopo, perché ripensandoci mi sono venute in mente le molte canzoni che amo di Springsteen e, visto che era domenica, le ho ascoltate mentre mi preparavo una sontuosa colazione con uno dei cibi che preferisco dell’american breakfast: i pancakes.
Per la fase iniziale, quella di spaccatura uova e frullatura con farina, lievito, latte, sale, zucchero (… Il resto degli ingredienti lo trovate sotto, nella ricetta) ho pensato ci volesse qualcosa di energico, ma mi sa che ho esagerato. Il mix dell’impasto alla fine di “Born to run” era spumeggiante come la birra appena uscita dal fusto.
La fase cottura, delicata e artistica perchè da quella dipende la bontá dei pancakes, che devono venire piccoli e soffici a sufficienza da consentire ai denti di “affondare” una volta cotti, l’ho affidata a “Human Touch”. E ho fatto bene. I miei pancakes ne sono usciti con quel tocco di dolcezza pingue ma non stucchevole che solo le carezze di burro sanno regalare a una frittellina. O forse è stato tutto quello sciabordío pre-cottura dell’impasto. Chissá. Comunque, quando Bruce ha sussurrato l’ultima nota di Human Touch con quella sua voce spaccacuore, ruvida e generosa come la sfoglia per le lasagne che faceva mia nonna, i miei pancakes erano pronti, impilati l’uno sull’altro in quattro piccole torri ricoperte di succulento e profumato sciroppo d’acero, attorniate da riccioli di panna montata e frutta fresca, nella fattispecie banane, tagliata a fettine. C’era pure il bricco fumante del caffé americano che ammiccava dall’alto della caffettiera. Meglio che in un sogno.
A questo punto ho spento i fornelli, il cane e la bambina, fatto sedere a tavola il mio “altro significativo” e sintonizzato il volume dello stereo su “tremore-vetri-ma-non-rottura-timpano”. Quindi ho aspettato che le note di “Streets of Philadelphia”invadessero la cucina e… ho addentato.
Grazie Bruce.
La ricetta Per preparare una decina-quindici pancakes servono o un po’ di pazienza, 2 uova, 200 ml di latte, 125 grammi di farina,1 bustina di lievito, 1 pizzico di sale, 1 cucchiaio di zucchero, 30 grammi di burro oppure una confezione dell’impasto giá preparato firmata da Uncle Ben’s o qualche altra marca che si trova al supermercato. Il procedimento è lo stesso. Si uniscono il latte fresco e le uova (senza albume) alla miscela di farina, sale, zucchero e lievito, si amalgama bene e si lascia riposare . Si unge una padellina in ghisa con poco burro e quando è calda si versa il primo cucchiaio di impasto che deve essere liquido e denso e si cucinano tutte le frittelline, disponendole via via sui piatti da portata e cospargendole con sciroppo d’acero a temperatura ambiente. Per mantenerle calde si passano nel forno tiepido, senza ricuocerle, per caritá. I pancakes devono essere consumati appena pronti. Guarnite a piacere con panna montata, crema Chantilly, frutta fresca, gelato, marmellata. Sono buoni anche senza niente.