Ho naturalmente firmato anche io la petizione a difese delle guide turistiche (leggi) perché convinto che si tratti di professionisti indispensabili per costruire un valido e qualificato sistema di accoglienza nel nostro paese e nelle nostre città.
Ma, al tempo stesso, mi preme dare un consiglio preciso a tutti coloro che svolgono questo lavoro, ed è quello di non fare battaglie di retroguardia e di difesa corporativa, perché sarebbero già perse in partenza. La “guida nazionale” e la libera circolazione all’interno dell’Unione Europea (per cui chi ha l’abilitazione di guida nel proprio paese può svolgere l’attività in qualsiasi altro stato membro) sono concetti dannosi, ma ormai già affermati, codificati e digeriti. Quello che è accaduto nel calcio, lo dimostra: dopo la famosa sentenza Bosman e quindi il divieto di mettere limiti alla presenza di giocatori comunitari in una squadra, si è arrivati al derby di Europa League fra Fiorentina e Roma con un solo italiano in campo. Indietro, ormai, non si torna.
Ma se avere guide turistiche tedesche, francesi, austriache o maltesi che vengono in Italia ad illustrare le nostre città, i nostri tesori culturali, i nostri paesaggi sarà inevitabile (e sicuramente costerà meno ai grandi tour operator che dominano il mercato, perché poi sempre lì si arriva: follow the money), le nostre guide devono mettere sul piatto i tanti assi che hanno a disposizione e saper giocare bene le proprie carte.
Come? Nessuno come voi conosce – per averle studiate per anni e raccontate con passione a migliaia di turisti, in tante lingue – la propria città ed il proprio territorio. Nessuno come voi è in grado di andare oltre le informazioni generiche ed i luoghi comuni di chi arriva, magari per la prima volta, in Toscana. Nessuno come voi sa trasformare in “magìa” la visita di un palazzo, di un museo o di una città.
Su questo piano – quello della conoscenza profonda di ciò che i turisti vengono a vedere – non avete concorrenza, solo voi potete offrire qualità e passione. Ed è qui che la battaglia va combattuta, al rialzo e non al ribasso: non sulla lezioncina sbattuta lì dalla prima guida europea che passa, ma con servizi innovativi ed esclusivi, visite guidate teatralizzate e percorsi tematici, esperienze gastronomiche o naturalistiche.
I buoni esempi, in Toscana, non mancano, ed è su questo dovete cercare l’aiuto e la collaborazione delle istituzioni.
No, non avete nessun bisogno di andare a cercare lavoro in Slovenia. E’ qua, in Italia, che dovete far valere tutto quello che soltanto voi sapete trasmettere a chi viene a visitarci.