Il primo maggio scorso spariva Guerrina Piscaglia da casa e, secondo gli inquirenti, perdeva la vita per mano di padre Gratien Alabi, religioso congolese vice parroco del suo paese. Ad un anno da quel fatidico giorno non ci sono più tracce di lei. Sì perché, anche se Gratien Alabi è stato arrestato, ed è in carcere ad Arezzo, non ci sono prove che lo inchiodino, solo tanti pesantissimi sospetti. Non è stato trovato il cadavere di Guerrina e c’è chi spera ancora che sia viva. L’avvocato di Gratien Alabi, Luca Fanfani, si prepara per la domanda di scarcerazione del suo cliente, mentre spuntano fuori nuove testimonianza. Sì perché gli inquirenti continueranno a sentire le tante persone coinvolte in questa storia. Prima fra tutti la prostituta romena Cristina, la donna che lo scorso inverno aveva intessuto una relazione con padre Gratien Alabi, ignara che fosse un religioso, e soprattutto, che fosse coinvolto nel giallo di Guerrina. Una volta viste le foto di Gratien sui giornali, Cristina aveva chiesto spiegazioni. Il religioso le rispose di non avere nulla a che fare con questa storia, ma all’insistenza di lei rispose – come ha raccontato Cristina – con delle parole pesanti: «Attenta che ti metto in lista». Secondo il Gip Piergiorgio Ponticelli, proprio queste parole dimostrerebbero che padre Gratien non solo ha ucciso Guerrina, ma che potrebbe uccidere ancora, costituendo un rischio per la comunità. Per questo ne ha disposto l’arresto con l’accusa di omicidio volontario, occultamento prima e distruzione del cadavere poi, di Guerrina Piscaglia.
Nuove sul fronte delle indagini Tra i testimoni da ascoltare spunta fuori una figura nuova: un altro frate congolese, padre Giovanbattista, che ha lasciato la zona del marecchiese all’inizio di settembre 2014 per andare ad Haiti. La sua testimonianza potrebbe aiutare gli inquirenti a fare luce sulla vicenda. Guerrina potrebbe aver visto qualcosa che non doveva vedere, o sapere qualcosa che non doveva sapere? Forse nelle sue frequentazioni assidue della canonica aveva scoperto qualche giro di soldi illecito? Un parroco di montagna come Gratien Alabi, cosa ci faceva con quei 10mila euro in contanti dimenticati nelle tasche di una giacca portata in lavanderia? Come li aveva avuti, semplice frutto dell’ elemosina?
Il video su Skype A poche ore dal l’anniversario della scomparsa di Guerrina spunta fuori l’ipotesi di un video compromettente. Un video legato ad una conversazione avvenuta via Skype nell’agosto scorso e spuntata da uno dei computer esaminati: forse proprio da quello di Giovambattista, partito forse con un po’ troppa fretta da Ca’ Raffaello? Un dialogo con padre Gratien? Un video che provi qualche attività illecita? Sono tutte ipotesi da confermare. Dalla conversazione su Skype inerente il video emergono una richiesta e una minaccia: aiutami subito, non posso parlare, se non mi aiuti diffondo quel video. Chi stava parlando? Giovanbattista con Gratien Alabi? Chi minacciava chi? È l’ennesimo punto oscuro che tenteremo di chiarire nei prossimi giorni.
Il ricordo di Guerrina Piscaglia «Ogni parola è un dolore, ogni ricordo fa male al cuore». Sono queste le prime parole di un’abitante di Ca’Raffaello (che vuole rimanere nell’anonimato), paese d’origine di Guerrina Piscaglia, ad un anno dalla sua scomparsa. Le due donne si conoscevano da sempre, condividendo una vita di paese, fatta di tanti momenti insieme, primo fra tutti quello della parrocchia. «In tutta Italia non si fa altro che parlare di Guerrina, siamo stati presi d’assalto dalle tv e dai giornali, spesso scorretti e invadenti. Nessuno ha pensato che il ‘Giallo di Guerrina’, come lo chiamate voi – dice la signora – è come se fosse successo in ognuna delle nostre case. Guerrina è una di noi. La gente di città non capisce. Tra Ca’ Raffaello e Sestino siamo 216 anime in tutto, e siamo tutti più o meno imparentati e amici tra noi. Se fosse scomparsa sua zia, sua cugina, o la sua vicina di casa che vede tutti i giorni e con cui si trova “a veglia” e prende il caffè, almeno una volta alla settimana, come si sarebbe sentita? Molto male, glielo assicuro».
Sete di verità «Abbiamo bisogno della verità – aggiunge ancora la signora –. A questo punto della vicenda, siamo tutti stremati. Non so se siamo più rassegnati o sotto shock. L’importante è che venga fuori la verità, qualsiasi essa sia, anche la più drammatica. La famiglia ha diritto di sapere, noi abbiamo diritto di sapere, e nella peggiore delle ipotesi, di metterci il cuore in pace. È un’ansia quotidiana – racconta la signora. Spero sempre di svegliarmi la mattina e sapere che Guerrina è scappata e si è nascosta, aspetto sempre che si faccia viva, ma non accade mai. E in fondo so perché: perché non se ne sarebbe mai andata via da Ca’ Raffaello. Le dico con certezza che lei suo figlio, Lorenzo, non lo avrebbe mai lasciato. Non era una donna intraprendente. Guerrina dipendeva in tutto e per tutto dalla famiglia dei suoi suoceri. Non guidava e non era nemmeno capace di prendere un autobus. Era la persona più buona e riservata che si potesse incontrare, ed era attaccata tantissimo a suo figlio. Per questo non mi spiego come abbia fatto a sparire da sola. Ad andare in convento, per esempio, non ne sarebbe stata praticamente capace».
Padre Gratien e le speranze dell’amica di Guerrina «I dubbi ci distruggono – conclude la signora -. Cos’è che non abbiamo visto e potevamo vedere? Di quante cose non ci siamo accorti, e forse, quanti rischi correvamo? Forse tutti eravamo in pericolo senza saperlo. In una comunità piccola e isolata come la nostra, il parroco è una figura chiave della vita di ognuno. È normale che un parroco venga a casa tua, ti parli e beva qualcosa o magari si fermi a cena. Le tv si sono scatenate su questa cosa, senza capire che qui è normale che il prete sia ‘di casa’. Ti porta conforto, aiuto, ti assiste e vive con te la quotidianità. Adesso però non siamo più sicuri di nulla e abbiamo paura. Ci siamo fidati e abbiamo aperto le porte ad un uomo di cui ci fidavamo, e di cui ora, chiaramente, non ci fidiamo più. Preghiamo affinché Guerrina torni a casa. Non importa a nessuno se aveva una storia col prete, importa solo che stia bene e che torni. Ci manca tanto. Che torni dal suo Lorenzo che chiede sempre ‘quando torna la mamma’. Ho paura però che non tornerà più. Tutta questa storia non è da lei. Questa sparizione non è da lei. Per questo ho paura che non ci sia più. Per quanto riguarda Lorenzo, spero che riusciranno a proteggerlo dalle televisioni, come hanno fatto finora. L’unica cosa davvero importante è che sia protetto da questo inferno e che stia tranquillo, per quanto è possibile almeno».