ris_carabinieriNon è di Guerrina lo scheletro recuperato al cimitero di San Gianni,  ma di un uomo: le analisi del Ris non mentono. Dopo giorni passati con il presentimento di essere giunti ad una svolta, il caso di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa da Ca Raffello lo scorso primo maggio, rimane irrisolto. Le indagini condotte in tempo record dai Ris sulle ossa sospette rinvenute nell’ossario del cimitero di San Gianni, ci rivelano che i resti appartengono ad un uomo. Resta ancora da chiarire l’identità dell’uomo.

Le ossa potevano essere compatibili Per dimensione, le ossa ripescate dalla botola profonda due metri nella cappella del campo santo, potevano essere compatibili con quelle di una figura femminile alta circa un metro e sessanta, proprio come la scomparsa Guerrina.  I resti dello scheletro – parte della cassa toracica, un pezzo di mandibola con una parte di arcata dentale  e la sezione di cranio umano – riportavano anche dei frammenti cartilaginei che conferivano una recente datazione ai resti. Questo, unito alle dimensioni e al luogo del ritrovamento delle ossa, aveva indotto a presumere che lo scheletro potesse essere proprio di Guerrina. Alcune voci uscite dalla Procura dicono che la cassa toracica al momento del recupero fosse coperta da tracce di terriccio e che – elemento ancora più inquietante – presentasse evidenti annerimenti come tracce di bruciature. Se fosse confermato, potrebbe trattarsi di uno scheletro prima sepolto, poi dissepolto, bruciato e ridotto a pezzi. Dunque, per le forze dell’ordine un nuovo caso su cui indagare: a chi appartiene lo scheletro ritrovato nel cimitero di San Gianni? E Che fine ha fatto Guerrina  scomparsa da quasi un anno dal paesino di Ca Raffaello? Le indagini sembrano essere giunte ad un punto morto.