FIRENZE – In Toscana, ma non solo, da anni si discute sull’opportunità dell’energia geotermica – ad oggi la più redditiva tra le fonti rinnovabili – soprattutto per i suoi presunti impatti sulla salute pubblica, smentiti dalla comunità scientifica, e sui piani ambientali e paesistici.
Questo settore, che fornisce il 30% della produzione elettrica regionale, pur non registrando sviluppi ed implementazioni impiantistiche da circa un decennio, si trova ad un bivio in quanto se prima dell’incombere del 2024, data di scadenza delle concessioni minerarie, non si interverrà a livello nazionale e quindi di conseguenza regionale, il settore, già in sofferenza, si contrarrà ulteriormente fino a ridurre progressivamente anche la propria produzione elettrica.
Una questione, quella della produzione di energia, tornata prepotentemente di attualità con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, nell’informativa alla Camera, ha disegnato come scenario possibile quello di riattivare le centrali a carbone nel nostro Paese per provare a contenere gli effetti della crisi. Sarebbero sette in totale sparse sul territorio nazionale.
Si inserisce in questo contesto l’appello dei sindaci dei comuni minerari della Toscana – Pomarance, Castelnuovo di Val di Cecina, Montieri, Radicondoli, Monterotondo Marittimo, Chiusdino, Monteverdi Marittimo – che hanno espresso la volontà di creare “un’area che assuma una rilevanza centrale nel panorama nazionale contribuendo, in modo importante, alla strategica riduzione della dipendenza dell’Italia dall’estero nella produzione di energia”.
“Si può parlare di tutto e rispettare tutte le posizioni – ha spiegato il sindaco di Montieri Nicola Verruzzi – molto resta da fare e da migliorare ma è un dato di fatto che la geotermia è la risorsa più importante di questa parte di Toscana e che nell’ultimo ventennio ha contribuito in modo determinante a tenere a galla la zona consentendo anche ai comuni di sostituirsi, molte volte, all’arretramento dello Stato per la tenuta dei principali servizi ma anche a molti Comuni di vivere al di sopra, e giustamente a titolo compensativo per la presenza degli impianti, di quelle che potrebbero essere, in condizioni normali, le proprie possibilità”.
“Al di là dei se, dei ma e dei distinguo o questa è la volta buona che la geotermia diventi energia nazionale e questo un territorio centrale nel contesto nazionale oppure, a poco a poco, come è stato per l’epoca mineraria ci sarà una lenta regressione fino alla morte dei territori stessi” ha concluso.
“Nella delicata e complessa vicenda che riguarda lo sviluppo della geotermia in Toscana e le criticità che si ravvisano con l’approssimarsi della scadenza delle concessioni minerarie ad Enel, le dichiarazioni rese pubblicamente dal presidente della Regione Giani rappresentano una presa di posizione utile e totalmente condivisibile che, finalmente, fa chiarezza su un tema tanto importante per la Toscana e i nostri territori” hanno detto i sindaci.
Geotermia: Toscana avanti tutta. Subito incentivi. Intervento non più rinviabile
Il tema geotermico così deve definitivamente assumere un rilievo di carattere nazionale proprio in considerazione del difficile contesto economico che si è manifestato recentemente, legato all’incremento incontrollato dei costi energetici con prezzi progressivamente crescenti e legati, troppo, ad approvvigionamenti dall’estero. Da una parte si ravvisa la necessità di ridurre appunto la dipendenza dalle forniture estere di energia, dall’altra si impone la necessità di potenziare le energie rinnovabili nell’ottica della transizione ecologica, almeno di quelle che davvero concorrano fattivamente agli obiettivi ecologici e strategici regionali e nazionali.
Attualmente la produzione geotermica copre circa il tre per cento del fabbisogno nazionale. Il potenziamento degli impianti esistenti e la costruzione di nuove centrali potrebbero determinare, in un tempo ragionevole, il raddoppio degli attuali livelli produttivi ed assicurare che i comuni geotermici contribuiscano, secondo la loro effettiva capacità, agli obiettivi definiti a livello regionale e nazionale.
In sostanza sono già disponibili e finanziabili i progetti, predisposti da Enel la cui realizzazione consentirebbe di cogliere i due obiettivi fondamentali che l’Italia ha di fronte a sé: diminuire la dipendenza energetica dall’estero, ed incrementare notevolmente la quota di energie rinnovabili a disposizione e realmente produttive.
“Per la Toscana, in particolare, – aggiungono ancora i sindaci – i vantaggi sono evidenti ed incontestabili, giacché un raddoppio della produzione da geotermia ci avvicinerebbe al raggiungimento degli obiettivi regionali previsti per la cosiddetta transizione ecologica, senza ricorrere ad altre fonti rinnovabili il cui insediamento, in un territorio spesso di pregio e a forte vocazione turistica, avrebbe conseguenze difficilmente gestibili in termini di impatto ambientale, paesaggistico, culturale e sociale.
Esistono, pertanto, tutte le condizioni per un rilancio della produzione energetica da fonte geotermica, purché si prenda atto della necessità urgente e ormai non più differibile di trovare delle soluzioni davvero credibili in vista della scadenza delle concessioni del 2024. I Comuni geotermici, con le azioni concrete poste in essere, hanno dimostrato di essere pronti ad affrontare le sfide che si prospettano davanti certi di avere il sostegno dei cittadini, della Regione e degli altri attori del settore che credono, davvero e non solo a parole, al progetto di una geotermia toscana del ventunesimo secolo: produttiva, economicamente profittevole, efficace, ambientalmente, paesaggisticamente e sanitariamente compatibile, ricchezza dei territori geotermici e dei cittadini che li abitano nonché, più in generale, di tutta la Toscana”.
La procedura attualmente prevista per l’assegnazione delle concessioni attive, tuttavia, appare così complessa e articolata da far prevedere, ove non si muti qualcosa nella regolamentazione di settore, che con assoluta certezza i tempi saranno lunghissimi, ben oltre quel termine attualmente definito al prossimo 2024.
“Continuando su questa strada insidiosa – aggiungono ancora i primi cittadini – corriamo il grave rischio di un rallentamento di tutte le attività di coltivazione, di tutti gli investimenti necessari a mantenere attiva la risorsa, di tutte le manutenzioni imprescindibili agli impianti. Con la certezza di una sostanziale riduzione, sin dal breve e medio periodo, dello stesso livello produttivo di energia elettrica. Un effetto paradossale, in un momento come questo, che pagheranno i cittadini tutti con bollette salate e forse anche non sostenibili neppure dai redditi medi. Per questo motivo i Comuni geotermici, gli unici che davvero conoscono il tema in tutti i possibili risvolti, ormai da mesi stanno operando per far comprendere a tutti i livelli le opportunità e le potenzialità del settore geotermico.
Stiamo altresì attivamente lavorando alla proposta di introduzione di una “normativa ponte” che consenta almeno di superare il problema della prossima scadenza del 2024 nell’ottica di dare davvero un assetto alla geotermia che sia degno di un settore di punta dell’economia nazionale, che viene esportato all’estero come modello di coltivazione di una risorsa naturale ambientalmente compatibile e capace di produrre una energia pulita da un monopolio naturale.
In questi ultimi mesi le Amministrazioni comunali geotermiche, di concerto con la Regione Toscana, si stanno muovendo congiuntamente in questa direzione. C’è bisogno di seguire quotidianamente gli sviluppi di una delicata e complessa trattativa, ed è indispensabile una forte accelerazione dei processi in atto.
Per questo già da tempo cerchiamo di cogliere tutte le possibilità di suscitare l’attenzione del Parlamento sul tema della geotermia, anche presentando emendamenti nella fase di conversione di decreti ove attinenti alla materia energetica ed ambientale, sia attivando tutti i possibili canali disponibili per ottenere una sensibilizzazione del Governo, anche nelle sue articolazioni interne” proseguono i sindaci.
“Lo stallo e le incertezze che stanno caratterizzando questa fase storica per ciò che concerne la materia geotermica, ormai da troppo tempo, hanno indotto le Amministrazioni locali a farsi promotrici in prima persona di iniziative mirate a veicolare la discussione a livello parlamentare e governativo sfruttando gli istituti che le norme mettono a disposizione. La circostanza che tali azioni abbiano intercettato e stiano intercettando il favore ed il sostegno di molte forze politiche, anche di schieramento opposto, fa presagire che la strada intrapresa sia quella corretta e di questo ne siamo felici e grati ma impone allo stesso tempo, ad ognuno per il proprio ruolo, di innestare la spinta decisiva affinché si possano conseguire, nel breve periodo, risultati tangibili, concreti e nell’interesse locale, regionale e nazionale” concludono i primi cittadini.