L’associazione Olympia de Gouges, da dodici anni gestisce il Centro antiviolenza della Provincia di Grosseto. Era il primo aprile 1999 quando un gruppo di volontarie con il supporto di Provincia, Comune capoluogo, Asl 9 e il contributo della Regione Toscana istituirono il Centro antiviolenza provinciale. Da allora sono state aiutate centinaia e centinaia di donne ad uscire dal vortice dei maltrattamenti fisici e psichici ad opera del proprio compagno o di un familiare, sono state organizzate tante iniziative pubbliche per combattere il fenomeno della violenza di genere, è stato fatto un enorme lavoro di sensibilizzazione nelle scuole.
L’impegno – La Provincia di Grosseto, per sottolineare l’importanza di questo presidio sociale sul territorio, in occasione del dodicesimo anno di attività del Centro, ha organizzato una iniziativa pubblica che si è svolta stamani a Palazzo Aldobrandeschi. All’incontro hanno partecipato le rappresentanti dei punti di ascolto del territorio, la responsabile della task force interistituzionale antiviolenza della Asl9 Vittoria Doretti, amministratrici pubbliche e autorità civili. Sono state ripercorse le tappe fondamentali della storia del Centro antiviolenza ed è stata spiegata l’attività delle operatrici, che sono tutte volontarie altamente qualificate, che operano ogni giorno al servizio della comunità, con impegno e abnegazione, garantendo l’anonimato a tutte le persone che chiedono aiuto.
La problematica – “Il fenomeno della violenza sulle donne – commenta Tiziana Tenuzzo, assessore provinciale alle Pari Opportunità – è tutt’altro che superato. Le statistiche nazionali dimostrano, al contrario, che è in forte aumento, e un recente studio della Casa delle donne di Bologna denuncia una costante crescita dei casi di femicidio: solo nel 2010, in Italia, le donne uccise sono state 127, il 78% delle quali di nazionalità italiana. La cosa è più evidente al nord, perché al sud c’è una maggiore resistenza a denunciare le violenze subite. Anche la Provincia di Grosseto non è immune da questo genere di problematiche, basti pensare che nel 2010 il Centro antiviolenza ha preso in carico 103 casi di maltrattamenti, di cui 90 sono nuove richieste di aiuto. Nel 95% dei casi si tratta di episodi che riguardano conoscenti, solo il 5% è ad opera di estranei. L’incubo si consuma tra le pareti domestiche e per questo è più difficile farlo emergere. Avere sul territorio un presidio come il Centro antiviolenza Olympia de Gouges, significa poter dare un aiuto concreto e un supporto psicologico a chi decide di rompere il silenzio, ma anche fare un grande lavoro di sensibilizzazione e prevenzione nella società.”
I risultati – “A Grosseto il Centro antiviolenza ha una caratteristica particolare – commenta Gabriella Lepri presidente dell’associazione Olympia de Gouges –: mentre in Italia questi Centri nascono quasi sempre da volontarie e solo in un secondo tempo vengono riconosciuti dalle istituzioni, a Grosseto il Centro è stato istituito insieme alle Istituzioni, mettendo in evidenza un’ottica culturale e sociale senza dubbio più avanzata degli Enti territoriali. Grazie al supporto economico della Regione abbiamo finanziato la formazione iniziale delle volontarie ed è grazie alla Provincia, che ha garantito una media di 25 mila euro all’anno, se esistiamo ancora e possiamo svolgere le attività”.
Un’attività capillare – “La sede principale è a Grosseto – continua Gabriella Lepri -ma nel tempo siamo riusciti a coprire una provincia vasta come la nostra aprendo anche altri punti di ascolto a Orbetello, Manciano, Follonica e Castedelpiano. Il nostro compito è prima di tutto l’ascolto: di solito chi si rivolge al Centro, ha fatto di tutto per evitare di denunciare il compagno molestatore e quindi è in una situazione psicologica delicatissima. Dopo il colloquio iniziale, valutiamo il caso e forniamo consulenza di natura psicologica, legale e talvolta anche economica, accompagnando la donna in un lungo percorso di assistenza. Ci sono poi problemi pratici da risolvere come quello di trovare una casa provvisoria alla donna e ai figli minori. Inizialmente avevamo la Casa Rifugio, ma richiedeva la presenza di volontarie h24 e l’abbiamo dovuta chiudere. Poi ci occupiamo di formazione delle volontarie e di progetti per la prevenzione e la sensibilizzazione.”
Per il futuro – “Una parte importante del lavoro viene effettuata con i ragazzi – spiega Costanza Ghezzi, responsabile dei progetti nelle scuole –stiamo lavorando sul territorio provinciale con gli studenti delle elementari, delle medie e delle superiori. Cerchiamo di spiegare agli uomini e alle donne del futuro come la violenza non riguardi solo persone emarginate o straniere e che spesso non emerge a causa del pregiudizio, della paura o dell’indifferenza. Devo dire che i ragazzi e le ragazze hanno dimostrato sempre grande interesse sull’argomento, si mettono in gioco, fanno domande, imparano il controllo delle emozioni”.
Un grazie a… – “Ringraziamo l’associazione generale delle Cooperative italiane – ha dichiarato Sabrina Gaglianone, coordinatrice del punto di ascolto di Follonica – che tramite la sua vicepresidente Luana Calvani, che è anche nostra socia, ha donato un assegno all’associazione Olympia de Gouges per finanziare le attività sul territorio provinciale”.
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