«Uno Stato che ti spinge a chiedere il Reddito di Cittadinanza perché ha deciso che la tua impresa e quindi il tuo lavoro devono essere soffocati dalla concorrenza sleale di abusivi e tassisti e da leggi che ti legano le mani dietro la schiena, è uno Stato che non ci considera cittadini ma sudditi che devono aspettarsi la carità per poter vivere». Così Azione Ncc, l’organizzazione che riunisce le imprese di trasporto pubblico non di linea con conducente spiega l’adesione alla manifestazione di domani 13 marzo che porterà in decine di piazze italiane le imprese Ncc.

Presidi e poi alle Poste «E’ una logica pericolosa e perdente che porterà il nostro Paese di corsa verso una decrescita infelice – si legge in una nota di Azione Ncc -. I primi che colpiscono siamo noi, ma poi toccherà a tanti altri imprenditori e alle loro famiglie. Per questo domani, mercoledì 13 marzo, saremo in piazza alla mobilitazione promossa dal Comitato AIR e dall’associazione FAI Trasporto Persone: non solo per difendere il nostro diritto al lavoro, ma per difendere il diritto di tutti a poter fare impresa e vivere senza essere costretti ad accettare l’elemosina di qualcuno». Gli Ncc prima faranno presidi di fronte alla sedi delle Regioni nei vari capoluoghi di Regione (da Milano a Roma, da Firenze a Napoli e Torino) poi si metteranno tutti in fila davanti agli uffici delle Poste per presentare domanda di Reddito di Cittadinanza (a Firenze in piazza della Repubblica). «Non è solo una provocazione – prosegue al nota – , ma un grido di allarme che speriamo ascoltino in tanti a cominciare da chi ha chiesto e preso i voti per governare questo Paese. Far chiudere per norme assurde, vessatrici e per di più contrarie alla Costituzione e al Diritto Ue, migliaia di aziende è un delitto contro la voglia dell’Italia di rialzare la testa e di crescere creando più sviluppo, più benessere e più occupazione»« conclude l’associazione.