FIRENZE – E’ passato esattamente un mese dall’introduzione del green pass, che deve essere esibito per consumare con servizio al tavolo all’interno di bar e ristoranti. Tni Italia, il sindacato che tutela le imprese del mondo della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera, ha somministrato un questionario ai suoi associati per comprendere quale sia stato l’impatto nelle imprese della ristorazione.
Un impatto che per quasi il 40% dei ristoranti è stato economico, con una perdita media di fatturato del 30% e punte fino al 60%, ma anche sociale. Quasi il 41% degli intervistati ha infatti dichiarato che si è trovato a discutere o comunque in situazioni spiacevoli con i clienti proprio a causa del green pass. Pochissimi, invece, sono stati i controlli da parte delle forze dell’ordine: l’83,9% non ha avuto nessun controllo, il 12,7% ne ha ricevuto uno, il 3,3% più di una volta.
I pubblici esercizi non sono mai stati luoghi di contagio
«Uno degli aspetti più interessanti del sondaggio – commenta Raffaele Madeo, portavoce di Tni Italia – è che solo uno, a Firenze, è stato multato. Si tratta di un caso limite: un barista, intento a far caffè, che non si è accorto che alcuni clienti si erano seduti al tavolo. Il che conferma quello che abbiamo sempre detto, ovvero che i pubblici esercizi non sono mai stati luoghi di contagio. In bar e ristoranti si rispettano le regole, dal distanziamento all’uso di gel igienizzanti e mascherine, e i clienti sono responsabili, esibendo il green pass quando mangiano all’interno dei locali. Non vogliamo fare, e questo sondaggio conferma che non esiste nemmeno la necessità, di fare i controllori. Per questo ribadiamo la nostra richiesta al governo di abolire l’obbligo di controllo del green pass da parte del gestore dell’attività di somministrazione», sottolinea Madeo.
Quasi il 40% dei ristoratori ha subìto una flessione
In merito all’impatto del green pass sul fatturato, se quasi il 40% dei ristoratori ha subìto una flessione, il 48% non ha registrato variazioni rispetto al periodo pre-green pass, mentre il 12% ha registrato un incremento, che però, sopratutto nelle zone balneari, è dovuto all’aumento delle presenze turistiche. Inoltre, potendo usufruire di tavolini all’aperto, pochi sono stati i clienti hanno mangiato all’interno dei locali. Le maggiori difficoltà – e perdite – si sono avute per i ristoranti senza spazi all’aperto, pari al 14,2% del totale degli intervistati. «Le imprese del settore restano in difficoltà e, nonostante i cali di fatturato dovuti al distanziamento, che ha ridotto i coperti, e ora l’introduzione del green pass, continuano a pagare tasse e imposte senza ricevere alcun indennizzo. A Firenze, per esempio, entro questo mese le attività saranno tenute a pagare l’imposta comunale sulla pubblicità. Siamo esausti e l’era delle restrizioni, come dimostra il green pass, non è conclusa. Ci attendiamo un autunno molto difficile. Per questo – conclude il portavoce di Tni Italia – chiediamo una moratoria fiscale fino al 2022 e la proroga del credito d’imposta sugli affitti per tutto il periodo in cui ci sarà lo stato di emergenza».