Dopo la crisi economica ecco “l’incognita Russia” per il grano senese. Il blocco delle esportazioni annunciato dalla Russia, infatti – sottolinea la Cia Siena – sta alimentando nervosismo sui mercati mondiali del frumento con l’industria che paventa nuovi prezzi alle stelle. In Italia e nel territorio senese abbiamo ancora scorte del 2009 e le importazioni di prodotto avvengono principalmente da Messico e Turchia. Tra l’altro, i produttori di grano italiani vendono, ad oggi, grano di buona qualità 10 euro sotto il costo di produzione. E per il 2010 il raccolto è buono. Lo evidenzia la Cia Siena in merito alle vicende connesse al prezzo del grano quindi alla siccità, caldo e incendi che sta imperversando l’Europa orientale.


Aumento dei prezzi – “Sul mercato nazionale – afferma Luca Marcucci, presidente della Cia Siena – il grano duro seppur con lievi aumenti di prezzo viene venduto di gran lunga sotto i prezzi di produzione siamo ad oggi per i grani di buona qualità intorno ai 18 euro al quintale con prezzi di produzione intorno ai 28 euro. Nel nostro Paese – aggiunge – il ricorso continuo alle importazioni (anche sotto trebbia) non sta certo facendo aumentare significativamente il prezzo per i nostri i produttori, una situazione che danneggia le aziende cerealicole senesi”.

Le problematiche del settore – L’agricoltura ed anche il settore cerealicolo sono sempre nel mezzo ad una crisi economica preoccupante. Problematiche, come ricorda la Cia senese, che sono ben evidenziate nell’ultimo documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con il quale si richiama il Governo ad adottare un pacchetto di misure urgenti e non rinviabili. Il tempo stringe e gli interventi servono subito – dice la Cia Siena – , del resto, la politica degli annunci e delle promesse mai mantenute, degli ultimi anni, ha avuto un approdo drammatico per le aziende che chiudono i battenti ogni giorno. “Con quelle misure chieste dalla Conferenza delle Regioni e dalle Province autonome, da tempo e più volte avanzate anche dalla Cia – commenta il presidente Marcucci (nella foto)- , si possono evitare ulteriori situazioni di crisi del comparto: il ripristino delle agevolazioni sul gasolio agricolo; una moratoria delle esecuzioni e delle procedure di pignoramento per la riscossione, da parte dell’Inps e la rateizzazione finanziaria dei debiti in essere; una proroga delle agevolazioni contributive in zone svantaggiate e montane e il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale. Per questo, confidiamo – ha concluso il presidente della Cia senese – in un atto di responsabilità del Governo con un tempestivo accoglimento delle misure proposte, per evitare che migliaia di agricoltori, quindi una parte importante del tessuto sociale del Paese, si ritrovi e vivere con un “reddito zero””.


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