E alla fine sarà la Corte Costituzionale a stabilire se la legge urbanistica della Regione Toscana vìola il principio di costituzionalità oppure no. Oggetto del contendere, secondo le contestazioni del Governo al duo Rossi e Marson, la violazione dell’art. 117 della Costituzione che disciplina le competenze tra Stato e Enti Locali. Secondo l’Esecutivo la legge 65 sulle “norma per il governo del territorio” non applicherebbe le regole sulle liberalizzazioni per quanto riguarda la media e grande distribuzione commerciale oltre a non rispettare le indicazioni autorizzative edilizie del decreto Sblocca Italia di Renzi. In sostanza, raccogliendo le istanze delle associazioni di categoria del commercio, la Toscana ha provato a mettere un freno al proliferare di supermercati sul proprio territorio, evitando, nei fatti, che strutture agricole di grandi dimensioni potessero trasformarsi in centri commerciali. Una sorta di stop al consumo di suolo.
Nuovo scontro Stato regione E se il modo del contendere sembra nuovo il motivo è semplicemente un dèjà vu. Due anni fa ad essere sotto attacco da parte del Governo fu il Testo unico sul commercio della Regione sempre per quanto riguardava le disposizioni su media e grande distribuzione. Allora la sentenza della Corte riconobbe la giustezza del provvedimento della Toscana. E oggi come allora Rossi si potrebbe affidare a quanto già decretato dalla Corte Costituzionale.
A fianco della Regione Di sicuro il Governatore nella sua battaglia non è solo. In una recente intervista a Il Tirreno il presidente di Confesercenti Toscana e vice presidente nazionale Massimo Vivoli ha ribadito con forza che «In Toscana combatteremo a fianco della Regione. Siamo convinti che debba essere chi conosce il territorio e non il governo a decidere lo sviluppo produttivo, dove e se si deve insediare la grande distribuzione» che ha proseguito «ad attirare l’attenzione sul freno messo dalla Toscana alla grande distribuzione c’è la lobby dei supermercati. Dietro all’insediamento di queste catene c’è un grande lavoro di lobbing che schiaccia la piccola e media impresa».
Tecnici sicuri del provvedimento La regione, per il momento, ostenta sicurezza. Almeno da un punto di vista tecnico. «Le valutazioni compiute dalla conferenza di copianificazione – spiegano i tecnici regionali – sono di natura urbanistico-territoriale e non possono comportare – in quanto relative alla formazione delle previsioni urbanistiche – aggravi procedurali per gli operatori economici». Tecnicamente, non possono ledere la concorrenza.
Politica alla finestra Qualche fibrillazione in più semmai rischia di registrarlo il piano politico. E se Forza Italia ha chiesto a Rossi «un passo indietro sul piano del paesaggio dopo la bocciatura del Consiglio dei Ministri» anche il fronte interno del Partito Democratico potrebbe subire qualche scossone in vista dell’assemblea regionale che dovrebbe dare il via libera alle elezioni di maggio qualora questa vicenda tardasse a chiudersi.
La replica del Governatore Non si è fatta attendere la replica del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: «Non intendiamo affatto limitare la concorrenza – ha detto – ma piuttosto, attraverso motivazioni urbanistiche, favorire una presenza razionale del commercio sul territorio, tale da evitare squilibri ambientali e impatti insostenibili sul piano delle infrastrutture. D’altra parte lo stesso Osservatorio nazionale sui prezzi ha indicato la Toscana come la regione dove, proprio grazie a questa politica, si sono prodotti i maggiori vantaggi per i consumatori». Rossi risponde anche alle critiche avanzate dagli esponenti dell’opposizione ribadendo che «Il legame del ricorso annunciato dal Governo con il piano del paesaggio è logicamente indimostrabile e di nessun rilievo, frutto solo della strumentalizzazione politica che si è voluta fare di questa importante delibera della legge regionale sulla quale si è avuta, dopo un intenso lavoro di confronto, piena convergenza con il mondo agricolo». L’attesa adesso è tutta per il 12 gennaio, giorno in cui sarà visibile il testo completo dei rilievi di costituzionalità alla legge regionale.