MONTEPULCIANO – Sosta Palmizi porta sul palco del Teatro Poliziano sabato 8 gennaio ‘Gli ultimi giorni di Pompeo di Andrea Pazienza’, uno degli artisti più rappresentativi e innovativi nel fumetto italiano. Inizio spettacolo alle 21,15.

L’opera multidisciplinare, da un’idea di Riccardo Goretti, portata in scena con Massino Bonechi e Giorgio Rossi, è presentata, con la consulenza di Marina Comandini in Pazienza, nella sua versione ‘studio’, tratta dall’omonimo fumetto di Andrea Pazienza. Quel libro, pubblicato nel 1985, ‘in edicola e libreria per lire 12000’, scomodo, feroce, commovente, figlio di grandi slanci politici, culturali e di profonde delusioni. Oggi qualche recensore da blog avrebbe chiamato ‘instant classic’ questa opera subito destinata a conquistare un suo posto fra i capolavori.

La commedia al Teatro Poliziano assume un significato ancor più profondo: quello di un omaggio a Pazienza della città dove, dal 1984, aveva scelto di vivere. A Montepulciano nascono i i suoi lavori importanti, le scenografie, come quella del film ’Il piccolo diavolo’; quelli legati alla sua passione per la poesia e la storia: appunto ‘Pompeo’, anche ‘Campofame’, ‘Astarte’.  Pazienza era e sapeva di essere un genio,  corteggiato da cantanti come Vecchioni e Red Ronnie, dalla Rai, da registi anche da Fellini, per realizzare locandine, copertine di dischi, corti animati, videoclip. L’incontro tra il successo e la ribellione si concluse, fatalmente, con l’autodistruzione, e la morte per overdose il 16 giugno 1988, a 32 anni.

«Qualche anno fa, a un laboratorio di drammaturgia, mi venne l’idea di portare, come testo da analizzare, proprio questo ‘Pompeo’ – dice Goretti autore, attore di teatro e cinema – Chiaramente, utilizzare solo il testo di una storia a fumetti, senza le tavole annesse, è un’operazione che nel 99 per cento dei casi si rivela di interesse piccolo, o nullo. Ma, lo scoprii insieme ai ragazzi quel giorno, anche se lo sospettavo molto, non in questo caso. La storia degli ultimi giorni di un eroinomane convinto di togliersi la vita, se narrata senza l’ausilio degli stupendi disegni di Pazienza, non perde un grammo della sua epicità, della sua profondità, del suo dramma, nel senso più etimologico che si possa immaginare. Certo, diventa una cosa leggermente differente, e va saputa trattare coi guanti. Da qui l’idea di questa messa in scena, tanto ponderata, tanti anni dopo la prima volta che ho sfogliato quelle pagine. Il desiderio di una cura particolare mi aveva sempre fatto rimandare questo momento».

Leggere Andrea Pazienza può anche voler dire cambiare ed allora, a garanzia dell’autenticità dell’opera, Goretti ha voluto dei collaboratori che sono delle sicurezze. «Massimo Bonechi, regista e attore con cui ho già affrontato svariate avventure progettuali, è appassionato di fumetti. Ma più che altro è un artista della cura. Giorgio Rossi è un danzatore e coreografo,un grande amico di Andrea. E per questo anche lui è una garanzia di attenzione al nostro lavoro».

Andrea Pazienza nell’arco della sua intera opera ha dimostrator di non avere limiti. Stupri, droga, tradimenti, suicidi e omicidi: non c’era nulla che i suoi fumetti, e i suoi personaggi, non fossero disposti a mostrare. Eppure nel suo nichilismo, Pazienza non ha distrutto tutto. Restano le riflessioni sulla vita, sull’amore; in qualche modo, la bellezza, spesso personificata in volti e corpi che resistono a ogni umiliazione. E viene fuori allora il Paz pensatore.  «Voglio e vogliamo credere che – ammette Goretti -, dopo trentasette anni questa opera straziante e meravigliosa vada a cadere, nella sua restituzione scenica, nelle migliori mani possibili. Ecco perché sono convinto che uno spettacolo su ‘Pompeo’,  rispettoso del testo fino alla sillaba, trasudante amore per l’opera originale in ogni faro acceso e gesto scenico, sia stato la cosa giusta da fare».