Piano panchine in arrivo agli Uffizi. A partire dai prossimi giorni la celebre galleria fiorentina accoglierà un numero crescente di sedili, che verranno distribuiti progressivamente in tutto il museo, fino ad arrivare ad oltre cento esemplari per un numero di posti calcolato in svariate centinaia. Un primo gruppo è già stato realizzato, ed il loro utilizzo viene testato proprio in questi giorni: ideate per essere collocate nelle nicchie che Vasari aveva progettato in prossimità dei finestroni di sale e corridoi, «non rubano alcun spazio ai percorsi di visita ed il loro arrivo riempirà una lacuna che finora affliggeva gli Uffizi», assicura il direttore Eike Schmidt.
Panchine solo in bassa stagione «A fronte di una capienza di 900 persone in galleria, costantemente raggiunta soprattutto nei periodi di alta stagione, non avevamo nemmeno lontanamente un numero di sedute sufficiente a far fronte alle esigenze di riposo dei visitatori, oppure anche a quelle di chi desidera magari sedersi di fronte a un dipinto e lasciarsene affascinare per un po’». Adesso invece, prosegue Schmidt, «sarà possibile farlo». In aggiunta a queste panchine permanenti, annuncia poi il direttore degli Uffizi, ve ne saranno anche di ulteriori, temporanee, che verranno installate solo nei periodi di bassa stagione. «Staranno nelle sale dei grandi capolavori, come quelle di Leonardo e del Botticelli, ma non solo – dice Schmidt – ed avranno lo scopo di consentire a chi desidera farsi rapire dalla bellezza immortale di queste opere di ammirarle per più tempo di quanto può avvenire ora, ed in piena comodità». Un ‘optional della visita agli Uffizi che non ci sarà nei momenti di maggiore afflusso: «in alta stagione avremo bisogno di tutto lo spazio disponibile nelle sale – spiega il direttore – dunque non ci sarà posto per queste panchine temporanee. Che restano comunque un’opportunità ed un incentivo a visitarci nei momenti meno affollati dell’anno».
Il nuovo allestimento delle sale Questa mattina nel frattempo Schmidt ha presentato anche il nuovo allestimento delle sale al primo piano della Galleria degli Uffizi. «Otto sale con cinquanta capolavori sono stati disposti in maniera nuova e differente rispetto a come lo erano fino a poco tempo fa – ha raccontato – Non abbiamo messo niente per riempire uno spazio o per coerenza storica, ma ogni opera è esposta sta sui propri piedi e quindi volevamo creare un dialogo interessante e filogicamente corretto. Volevamo far si che i visitatori capissero questo dialogo fra le opere nelle loro visite, e possano altresi’ fare connessioni fra le stesse opere. Infatti tutto non è basato nella separazione fra le varie scuole o i vari allievi o i vari maestri ma invece tutto basato sulla connessione fra le varie opere d’arte. Noi abbiamo cercato di creare una connessione viva nei raggruppamenti delle opere d’arte».
Sede distaccata degli Uffizi? «Ci vuole tempo» Infine il direttore Schimdt è tornato a parlare dell’ipotesi di una sede distaccata degli Uffizi rispetto a quella di Firenze. «Per avere un distaccamento, per prepararlo, ci vuole tempo – ha concluso Schmidt – Quindi non sarebbe serio proporre un distaccamento di un museo con meno di cinque anni di preavviso. A Firenze abbiamo ancora alcuni arretrati aperti, come quello della Contini Bonaccorsi che sarà aperto la settimana prossima, avremmo il Corridoio Vasariano che è in fieri dal 1964, quando il sovraintendente di allora aveva idea di aprirlo a tutto. Non abbiamo ancora deciso dove fare l’eventuale distaccamento. Spesso ci viene proposto di farlo in Cina ma io a queste proposte dico: se si fanno gli Uffizi a Pechino, bisogna fare gli Uffizi anche a Pachino (in provincia di Siracusa)».