Fa tappa anche in Casentino il progetto di Antonio Natali ‘L’estate della Città degli Uffizi 2014: otto secoli d’arte in Toscana’, che ci offre preziose mostre anche alla Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo e alla Villa Bertelli di Forte dei Marmi (dal 26 luglio. Curata da Daniela Parenti e Sara Ragazzini, la mostra ‘Jacopo del Casentino e la pittura a Pratovecchio nel secolo di Giotto’ è ospitata fino al 19 ottobre dal Teatro degli Antei di Pratovecchio (orario: dal lunedì al venerdì 15-19, sabato e domenica 10-13 e 15-19 – info: 0575.504877 – 055.294883 – www.pratovecchiocittadegliuffizi.it)
Sulle tracce di Iacopo di Landino L’esposizione presenta il misterioso pittore Iacopo di Landino, che Vasari identificava con Jacopo del Casentino, contemporaneo di Giotto, di cui gli Uffizi possiedono l’unica opera firmata: un piccolo Trittico portatile donato alla Galleria nel 1947 dal proprietario Guido Cagnola. Intorno a questo prestito si dispongono, com’è consuetudine nel progetto ‘Città degli Uffizi’, altre opere affini per epoca e stile, provenienti dal territorio o ad esso legate: un modo per ricostruire la storia culturale e il gusto estetico dell’area casentinese. E anche gli antichi legami e il dialogo con Firenze. In realtà, non esistono sul territorio dipinti di maestro Jacopo, bensì numerosi testi che dimostrano l’esistenza di una fervente vita artistica locale almeno dalla fine del XIII secolo all’inizio del XV. Ecco dunque in mostra il Maestro di Varlungo con la ‘Madonna col Bambino’ di Romena (una tavola oggi nella chiesa del SS. Nome di Gesù a Pratovecchio), uno straordinario Graduale miniato del 1330-40 e poi Taddeo Gaddi, principale allievo di Giotto, presente con il Polittico Murale ‘Madonna col Bambino e Santi’ proveniente dal Castello dei Conti Guidi a Poppi e anche con una ‘Madonna col Bambino’ oggi alla Galleria dell’Accademia. Alla seconda metà del Trecento appartengono il Trittico del Maestro di Barberino datato 1357 (dalla chiesa di Pagliericcio) e le opere di Giovanni del Biondo, anch’egli di origine casentinese ma formatosi a Firenze nella Bottega di Nardo di Cione.
In Casentino le tendenze più aggiornate e alla moda della pittura fiorentina A cavallo fra i due secoli sono numerose, in questa zona, le testimonianze di pittura tardogotica riconducibili alla mano di artisti affascinanti e sofisticati come il Maestro della Madonna Straus, Giovanni di Francesco Toscani e il Maestro di Borgo alla Collina, recentemente identificato con Scolaio di Giovanni. Tutti pittori che portano in Casentino le tendenze più aggiornate e alla moda della pittura fiorentina dell’epoca, rappresentate da Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina. All’inizio del ‘400 è già chiara l’esistenza di rapporti privilegiati fra i committenti della zona e alcune botteghe fiorentine. Numerosi, ad esempio, i polittici di Bicci di Lorenzo nelle chiese del territorio: in mostra ne vediamo uno del 1414 commissionato dal conte Neri Guidi, signore di Porciano. E poi il finto Trittico di Poppiena dipinto da Giovanni da Ponte: il maestro aveva già eseguito per le monache camaldolesi di Pratovecchio una Pala d’altare oggi conservata alla National Gallery di Londra. Ma la ricchezza e vivacità culturale del Casentino non si ferma qui. A questa terra, che ha ospitato l’esule Dante ai primi del ‘300, appartengono illustri personalità: letterati come Donato Albanzani da Pratovecchio, amico di Petrarca e Boccaccio nonchè maestro di retorica e grammatica a Venezia, il grande umanista Cristoforo Landino e infine Francesco Landini, figlio del pittore Jacopo. Detto anche Francesco degli Organi, il Landini fu uno dei più grandi organisti e compositori di musiche del Medioevo.
Gli organizzatori La mostra è promossa dalle Soprintendenze di Firenze e Arezzo insieme a Comune di Pratovecchio, Provincia di Arezzo, Proloco di Pratovecchio, Diocesi di Fiesole e, naturalmente, Galleria degli Uffizi. L’allestimento è a cura di Opera Laboratori Fiorentini in collaborazione con Valerio Paggetti. Catalogo di Maschietto Editore.