Orbi perché non ci vediamo più. Mancanti, assenti, privi. Orbi di pace, di onore e “di tanto spiro” di manzoniana memoria. “Gli Orbi” che Michele Abbondanza e Antonella Bertoni – storico e pluripremiato sodalizio della danza italiana – portano venerdì 27 gennaio al Teatro delle Arti di Lastra a Signa a pochi mesi dallo straordinario debutto, sono maschere acustiche e fisiche impastate di un’umanità che trasuda amore e tenerezza (ore 21).
Lo spettacolo Esseri ciechi che irridono, smorfieggiano, danzano, aspettano il loro turno e si alternano nella fame di relazione. Così impudichi, sfacciati e s-corpati da esporsi pubblicamente alla gogna della vergogna di chi non vede con gli occhi e con il cuore. Parlar male degli uomini (homo sapiens) si fa presto, soprattutto di questi tempi di homo hominis lupus, ma mettere in scena questo senso di fragilità dell’umano, indagare agendo i suoi vizi e debolezze, insomma passare all’azione e rendere per immagini dando forma a queste male-parole, è altra cosa. Sulle spalle di cinque personaggi – in scena, oltre a Antonella Bertoni e Michele Abbondanza, Eleonora Chiocchini, Tommaso Monza e Massimo Trombetta – l’infame carico della rappresentanza dell’umanoide contemporaneo. Figure che potranno ingigantire o sparire, dall’umano al disumano, caricature portatrici di volta in volta di un malessere infettivo che trova però nella sua semplice esposizione e visibilità, la nemesi necessaria alla sua redenzione.