FIRENZE – Fino al 16 luglio la spada di Damocle delle tasse sarà sulla testa degli imprenditori fiorentini. La città si conferma tra quelle con il fisco più pesante: su 114 Comuni è al 22° posto, secondo l’Osservatorio annuale di Cna.
La performance migliore quella di Bolzano con Tax free day al 18 giugno, quella peggiore quella di Agrigento in cui gli imprenditori dovranno invece attendere il 30 luglio. Con un total tax rate (la pressione globale del fisco sui profitti delle imprese) del 54,3% (dato medio nazionale 52,7%), spiega una nota, l’azienda tipo fiorentina (350 mq di laboratorio artigiano e negozio di 175, quattro operai ed un impiegato, con ricavi di 431mila euro, costo del personale di 165mila euro, costo del venduto di 160mila euro, altri costi e ammortamenti pari a 56mila euro e reddito d’impresa di 50mila euro) avrà pagato al 16 luglio 27.136 euro a erario, Regione Toscana e Comune di Firenze.
In dettaglio: 17.681 tra Irpef e contributi Inps allo Stato; 9.002 tra Imu, Tari e addizionale comunale Irpef al Comune di Firenze; 453 di addizionale regionale Irpef alla Regione Toscana. Al netto dei pagamenti, rimarranno così a disposizione dell’impresa solo 22.864 euro. I dati sono però in miglioramento rispetto all’ultima rilevazione del 2019, quando si era lavorato fino al 30 agosto per pagare le tasse.
“Le differenze comunali nella tassazione dipendono attualmente dalla Tari e dalle rendite catastali che non sono allineate ai valori commerciali – ha affermato Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze metropolitana -. Anche se la pressione fiscale è scesa resta comunque troppo elevata, ricordo che il 98% delle imprese è di piccole dimensioni, occorre ridurre la pressione fiscale garantendo, al contempo, maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro e invertire sensibilmente la tendenza di questi ultimi anni di trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli”.