Coraggio, il peggio sembra alle spalle. In questa ultima settimana a Siena sono passate le primarie del centrosinistra (ricordate?), si sono scoperte le operazioni Alexandria e Santorini, ci sono state le dimissioni di Giuseppe Mussari dall’Abi, si è vissuto lo psicodramma dell’assemblea infuocata di Mps, si è partecipato allo Tsunami tour di Beppe Grillo ai comizi di Oscar Giannino e Giorgia Meloni. Persino una scossa di terremoto c’è stata e l'hanno sentita tutti, ma proprio tutti. Un'autentica perfetta tempesta sulla città e sulla provincia.

Come reduci i senesi si guardano negli occhi. E si interrogano. La incredulità mista a tristezza è palpabile nei volti. In ogni salotto, bar o luogo pubblico non si parla d’altro da giorni. E questo non fa che aumentare la rabbia. «Speriamo che si alzi un cartello con scritto 'siete su Scherzi a parte'», dice qualcuno. Peccato che su "Scherzi a parte" Siena sia stata fino ad una settimana fa. La finzione (compresa quella dei bilanci del Monte) era quella, questa è la cruda verità. Verità che ancora fatica ad essere compresa fino in fondo nelle sue dinamiche. Con qualcuno che prova a confondere le acque e tenta di far apparire tutti i gatti bigi. Tutti colpevoli, nessun colpevole. Tutti coinvolti, nessuno innocente. Nessuno con diritto di parola se non sempre i soliti.

D’Alema e Bersani che fino alla settimana scorsa erano stati in religioso silenzio sul tema contrastato delle primarie farlocche che hanno impedito a Bruno Valentini di candidarsi, se ne sono usciti con frasi tipo «Il Pd fa il Pd e le banche le banche» (Bersani prima maniera), «Il Pd non si è mai occupato di Mps e il sindaco Ceccuzzi ha chiesto oltre un anno fa un ricambio totale al vertice della banca e lo ha fatto anche sfidando le resistenze che lo hanno portato alle dimissioni» (D’Alema), «Se continuano a tirarci in ballo con il Mps li sbraniamo» (Bersani wild version). Ceccuzzi ha dichiarato che «Mussari è stato inadeguato al ruolo» e lo ha invitato a spiegare.

Un tempo girava la storiella degli asini che volano. «Impossibile» rispondeva il militante comunista. «Ma l’ho letto sull’Unità» replicava l’amico. «Ah, allora non volano, volicchiano». Incredibile a dirsi ma su Siena e su Mps qualcuno sta tentando di raccontare ancora questa storiella. A cui nessuno ormai ride. I senesi, i toscani, gli italiani oserei dire, sanno. Ancora non hanno tutte le prove ma sanno.

Per certi dirigenti politici anche minimizzare è impossibile, così come fingere apparente sicumera. Sarebbe meglio il silenzio e farsi da parte invece di perseverare a convocare riunioni, dibattiti e lanciare slogan di discontinuità. La città, la provincia e i senesi meritano maggiore rispetto di questo accanimento psyco-politico che tenta di nascondere la Verità.

Ora che è passato tutto (speriamo) tutti hanno capito. Ancora non hanno tutte le prove ma gli indizi sono chiari. E tutti sanno. Inutile raccontare di asini che volano o volicchiano.

Ah, s'io fosse fuoco