carettaSi terrà a Grosseto il 7 e 8 gennaio il primo corso di formazione per operatori specializzati nella tutela dei nidi di tartaruga marina caretta caretta che potranno mettersi a disposizione delle autorità competenti in caso di una nuova nidificazione sulla costa del Grossetano. Il corso è organizzato dalla neo associazione tartAmare onlus, realtà accreditata con l’Osservatorio toscano per la biodiversità che vanta all’interno del suo staff dottori naturalisti, biologi marini, veterinari e volontari.

Il sindaco: «Fiero di contribuire a questa iniziativa» «Sono fiero – spiega il sindaco, Antonfrancesco Vivarelli Colonna – di poter contribuire, come primo cittadino e come amante degli animali, a questa bella iniziativa. L’impegno nella tutela del patrimonio naturale dev’essere uno dei punti chiave di ogni buon amministratore. A maggior ragione quando si indossa la fascia tricolore del capoluogo di un’eccezionale terra chiamata Maremma».

Sulle tracce delle tartarughe marine L’evento, realizzato grazie alla collaborazione con la fondazione Caretta Calabria conservation, esperti in ricerca e monitoraggio di nidi di tartaruga marina, ha ricevuto il contributo dell’associazione di protezione della fauna selvatica e non Sos animali international, il patrocinio del Comune di Grosseto e del Porto della Maremma. Le attività previste dal corso di formazione, aperte a un numero massimo di 25 partecipanti, prevedono una sessione teorica (si svolgerà il 7 gennaio nei locali dell’ex Terzo cerchio, a Istia d’Ombrone) e di una parte pratica, (il giorno 8, sulla spiaggia di Marina di Grosseto). Sulla spiaggia i formatori allestiranno un laboratorio per il riconoscimento e l’interpretazione di una traccia di tartaruga marina e dimostreranno le principali tecniche utilizzate per il rinvenimento e la messa in sicurezza di un nido. «Negli ultimi anni – sottolinea Davide Petri, presidente di tartAmare – si contano sul litorale maremmano due nidificazioni certe e un tentativo di deposizione da parte di questa specie, che finora non aveva mai scelto le nostre spiagge per riprodursi. Di qui la necessità di questo corso di formazione per acquisire le competenze per gestire al meglio situazioni che non appaiono più mere casualità». La ricerca, il monitoraggio e la tutela dei nidi «rappresentano – spiega la responsabile scientifica di tartAmare, Luana Papetti – il fulcro di qualsiasi progetto di conservazione che punti a massimizzare il successo riproduttivo di una popolazione di tartaruga marina. I principali interventi di tutela riguardano l’interpretazione di una traccia di emersione, il rinvenimento della camera delle uova, la traslocazione di un nido, l’installazione di recinti o altri dispositivi anti predazione»