ROMA – Se sarà la svolta, lo dirà il tempo. E’ certo però che l’ex Gkn, oggi QF, ha mosso qualche passo in avanti.
E lo ha fatto in un contesto importante come il ministero dello Sviluppo economico, dove oggi è stato presentato il piano industriale. “Si tratta di un piano ambizioso, che prevede un investimento di 82 milioni di euro e il ritorno al lavoro, nel corso del 2022, di 120 lavoratori, che saliranno di 40 unità, frutto di assunzioni esterne, nel 2023 – ha detto Vincenzo Renda, che ha partecipato all’incontro per la segreteria regionale Uil Toscana – La nostra speranza è che il percorso intrapreso, già molto lungo, possa velocizzarsi per trovare finalmente una soluzione. Chiediamo anche che si faccia chiarezza una volta per tutte su chi siano i partner che dovrebbero entrare nell’azionariato di QF”.
A cascata, diversi attori politici hanno salutato positivamente il fatto. “Bene la prospettiva di rilancio fornita dalle linee guida del piano industriale e la salvaguardia di tutti i lavoratori coinvolti. Siamo sulla strada giusta e continueremo ad accompagnare le lavoratrici e i lavoratori in tutte le fasi del percorso che è ancora lungo”, ha affermato il presidente regionale Eugenio Giani. Regione che era rappresentata dal consigliere del presidente per il lavoro, Valerio Fabiani, e dal capo di gabinetto Paolo Tedeschi”.
Ancora più enfatici i toni utilizzati da Simona Bonafè, segretaria regionale del Pd: “Oggi siamo davanti a un piano industriale serio presentato dalla nuova proprietà di Borgomeo, orientato alle energie rinnovabili, un risultato quasi impensabile in quei giorni in cui i licenziamenti da parte di Gkn sembravano non prospettare un futuro. Invece la tenacia dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni oggi consentono di leggere nero su bianco un disegno di formazione e futuro occupazionale per i dipendenti”.
Alle notizie in arrivo da Roma fa da contraltare la manifestazione indetta per sabato 26 marzo e organizzata dal Collettivo di fabbrica. “La reindustrializzazione di Gkn è un processo incerto e lungo, dove ci pare ormai evidente il tentativo di logorarci. E quindi non smobilitiamo e non ci vogliamo più mobilitare sulla base dell’emergenza – ha sottolineato Dario Salvetti, delegato Rsu e leader del Collettivo -. Ci hanno ripetuto fino allo sfinimento durante tutta la pandemia che sarebbe andato tutto bene. No, non andrà tutto bene se questi rapporti di forza rimarranno intoccati, se la ricerca di profitti avrà sempre la precedenza sui diritti e sul futuro di questo pianeta”.