«Se è uno scherzo, è di cattivo gusto. Se è un tentativo di tagliare le pensioni di reversibilità, lo respingiamo con forza. Dunque, giù le mani dalle pensioni di reversibilità; sono un diritto e non c’entrano niente con la razionalizzazione della spesa sociale o altra motivazione». A dirlo è il presidente dell’Anp Cia Toscana Alessandro Del Carlo, in merito al disegno di legge del governo per il contrasto alla povertà. «Prima di tutto – aggiunge Del Carlo – le pensioni di reversibilità non sono prestazioni assistenziali, ma il risultato di contributi versati, cioè previdenza e come tale va trattata. Inoltre, una tale sciagurata ipotesi colpirebbe in particolare gli agricoltori, già adesso fortemente penalizzati da pensioni da fame; e in generale le donne perché hanno retribuzioni mediamente inferiori, e molto spesso hanno avuto percorsi lavorativi discontinui, per maternità, cura dei figli e della famiglia. Si potrebbe anche dire che, per le donne, la pensione di reversibilità è una compensazione per le altre ingiustizie e discriminazioni che vivono nel lavoro e nel rapporto con la previdenza. La revisione della spesa sociale – conclude Del Carlo – va fatta contrastando gli sprechi, intervenendo sulle pensioni d’oro e altri privilegi assurdi che generano ingiustizia sociale, mentre occorre qualificare la spesa sociale per migliorare prestazioni pensionistiche e servizi socio sanitari nei territori per gli anziani e per tutti i cittadini».