ristopark Spaccio di droga, presenza di nomadi ed ora anche un omicidio nei pressi: è per questo che un locale storico di Viareggio, attivo da oltre 70 anni, ha deciso di chiudere i battenti, annunciandolo sulla propria pagina Facebook. Il locale, un ristorante con annessa pista di pattinaggio nella pineta di Ponente, Il Pino sul Tetto, a settembre cesserà l’attività.

Annuncio di chiusura «Dopo un calvario di 13 anni, circondati dagli zingari dal 2003 al 2006 e dagli spacciatori marocchini dal 2006 ad oggi, siamo costretti a gettare la spugna. Ad impossibilia nemo tenetur, non siamo obbligati all’impossibile e la nostra resistenza è crollata. Ci mancava l’omicidio a 50 metri dal locale – scrivono i titolari riferendosi alla vicenda di un cittadino marocchino trovato accoltellato su una panchina – conferma tragica di ciò che, inascoltati abbiamo inutilmente denunciato da un decennio con atti regolarmente protocollati”. Ma, si spiega ancora, “le amministrazioni hanno ignorato il problema».

chiusura ritoparkOneri troppo cari da sopportare «Chiudiamo, ultimi epigoni della famiglia Barsotti – si legge nel post che ha totalizzato centinaia di contatti – costretti alle esequie di un locale storico, dopo 71 anni di amore per quella pineta, un bene unico, che le amministrazioni incapaci e deleterie hanno dilapidato”. “La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – spiegano i titolari del locale – ha stanziato, per la sola Pineta di Ponente, un milione e mezzo, da utilizzare entro il 2016 per riordino della vegetazione, illuminazione e telecamere. Avete visto qualcosa Voi?Eppure il presidente Arturo Lattanzi ha dato personali garanzie in merito e c’è da credergli. La pineta e’ abbastanza affollata per i primi 500 metri, dalla parte del centro città e sembra un accampamento, dove tutti si sono asserragliati per difendersi dagli indiani-marocchini. Siamo circondati dal buio, da quattro attività sbarrate e da minimo 7-8 pusher. Non possiamo spostarci nell’accampamento e ne paghiamo il prezzo, che, purtroppo è diventato troppo oneroso da sopportare, tanto da apparire incosciente esibizione di masochismo commerciale”, concludono i titolari ringraziando “per l’attenzione e per la solidarietà che molti ci hanno mostrato, sicuramente col cuore sincero, come quello, col quale abbiamo esternato loro il dolore di sbarrare Il Pino sul Tetto dal primo settembre 2016».