Due persone sono state poste agli arresti domiciliari e a una terza persona è stato imposto l’obbligo di dimora con l’accusa di usura e estorsione. È stato inoltre disposto ed eseguito un sequestro preventivo di beni potenzialmente derivanti da attività delittuosa fino a 700 mila euro. E’ il risultato dell’indagine condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza di Montepulciano (Siena) coordinati dalla procura della Repubblica di Siena e presentata questa mattina. Le attività investigative hanno consentito di individuare flussi di denaro verso piccoli imprenditori, commercianti e privati residenti nelle province di Siena e Arezzo, con applicati interessi usurari, fra il 25 ed il 912%. Le indagini hanno svelato un considerevole flusso di fatture per operazioni – rivelatesi inesistenti – emesse dagli usurai nei confronti degli usurati con l’obiettivo di nascondere la natura dei pagamenti tra le parti mascherando con l’evasione fiscale un giro di usura che andava avanti sin dal 2004. Le indagini hanno anche ricostruito che le vittime venivano intimidite e minacciate. È stato calcolato un giro d’affari tra il 2004 ed il 2019 pari a 1.700.000 di euro dei quali circa 700.000 euro di interessi. E’ stato inoltre accertato che gli usurai, nel tempo, avevano utilizzato almeno cinque società loro riconducibili senza mai versare niente all’erario. Durante tutta la durata delle indagini, sono state monitorate dai militari numerose utenze telefoniche, mentre sono stati esaminati dalla Gdf, 71 conti correnti con un’analisi dei flussi finanziari sviluppata dal 2008 al 2019. E’ quanto risulta dalle indagini sul giro di usura tra le province di Siena e Arezzo. L’attività dei militari sono iniziate a novembre 2017 con l’arresto di due persone per “detenzione abusiva di due pistole con matricola abrasa” e “detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti”. In quella circostanza vennero sequestrate, oltre alle armi, anche 1,3 kg di oro fuso, 21 monete d’oro, gioielli tra i quali un anello da 20.000 euro e denaro contante per circa 45.000 euro. In una successiva perquisizione del novembre 2018 furono sequestrati inoltre numerosi assegni, piccole lastre in oro per 200 grammi, 5000 euro e monili vari. In esecuzione della misura disposta dal Gip, è stato sequestrato anche un “ComprOro” con sede in Sinalunga, riconducibile al sodalizio criminale e che aveva la finalità di far proseguire a soggetti nuovi le attività. Sono state bloccate 22 posizioni aperte in istituti di credito con l’obiettivo di impedire la prosecuzione delle attività illecite.