E’ di due sparatorie, due morti e tre feriti il bilancio di una mattinata di ordinaria follia a Firenze. Protagonista un cinquantenne pistoiese che ha scaricato la sua furia omicida su cinque venditori ambulanti dei mercati fiorentini.
La strage Erano le 12,30 quando Gianluca Casseri, cinquantenne pistoiese è arrivato a bordo della sua auto in Piazza Dalmazia e ha aperto il fuoco contro tre ambulanti senegalesi. Due sono morti subito, il terzo, ferito all'addome e al torace, è stato ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Careggi. Dopo la sparatoria l’uomo si è allontanato mentre alcuni passanti provavano a fermarlo, ma l'uomo ha alzato la pistola facendoli desistere. Quindi,salito in macchina, si è allontanato per tornare a colpire qualche ora dopo, alle 15, in un’altra zona della città. Questa volta in pieno centro, al mercato di San Lorenzo, dove ha ferito altri due ambulanti senegalesi. Alla vista della polizia, l’uomo, si è rifugiato nel parcheggio coperto di San Lorenzo e qui si è sparato con una 357 Magnum dopo un conflitto a fuoco con gli agenti. Tra i feriti, ci sarebbe anche un poliziotto che gli aveva intimato l'alt sparando successivamente due colpi. Uno ha raggiunto l'auto di Casseri, e sul secondo colpo sono al lavoro gli investigatori. «Si è sparato suicidandosi con un unico colpo alla gola che è fuoriuscito dalla testa». I particolari del suicidio di Gianluca Casseri sono stati resi noti dal comandante provinciale dei carabinieri, colonello Saltalamacchia.
Il killer Era uno scrittore politicamente collocato a destra, appassionato di fantasy, Gianluca Casseri, nato e vissuto a lungo a Ciriegio, un paese sulla montagna pistoiese ma che da qualche tempo si era trasferito a Firenze. Il killer aveva scritto, tra l'altro, 'La Chiave del caos', insieme con Enrico Rulli, romanzo storico che ruota attorno alla figura di un mago, matematico e alchimista. Casseri era conosciuto come una persona molto introversa, un solitario.
Le vittime Le due vittime di piazza Dalmazia sono Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni, mentre il ragazzo ferito all’addome è Moustapha Dieng di 34 anni. Gli altri due connazionali che Casseri ha ferito gravemente nel quartiere di San Lorenzo sono Sougou Mor, 32 anni, e Mbenghe Cheike, 42 anni.
La reazione della comunità senegalese «Non ci dite che era un pazzo, perchè se lo fosse stato avrebbe ucciso sia neri che bianchi….». Così alcuni dei senegalesi che si trovavano in piazza San Lorenzo, nel momento in cui Casseri ha sparato a due loro connazionali, ferendoli, per poi uccidersi. Nessuno di loro ha tuttavia dato segni di rabbia e tutti sono calmi. Sul posto è intervenuto anche l'assessore comunale Massimo Mattei che li ha rassicurati: «Siamo tutti con voi». C'è anche il console onorario del Senegal, Erando Stefani: «C'è smarrimento e tanto dolore ma occorre andare avanti con l'uso della ragione». Nel pomeriggio un corteo composto da circa 250 senegalesi, è sceso spontaneamente in piazza per protestare. Il corteo è partito dal luogo del duplice omicidio, in piazza Dalmazia, e poi si è diretto in centro, passando davanti alla stazione. Si sono registrati attimi di tensione e anche motorini buttati a terra a calci. In tanti hanno gridato 'Italia Razzista' o 'Maledetti italiani', in alcuni casi è stato anche bloccato il traffico. Una delegazione della comunità senegalese è poi stata ricevuta dal prefetto Paolo Padoin.
Renzi su Facebook «Sono con i rappresentanti della comunità senegalese in prefettura. Oggi piange il cuore di Firenze». Questo il commento di Matteo Renzi, sindaco di Firenze sul suo profilo Facebook.
Il commento di Rossi «E' un gesto efferato e sconvolgente». Questa la prima reazione del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, alla tragedia di questa mattina «Tutte le motivazioni sono possibili – aggiunge -, ma fra tutte non è possibile non pensare che il colore della pelle delle vittime e un sentimento di odio razziale abbiano avuto il loro peso. Bisognerà capire bene il quadro entro cui è maturata una cultura di questo tipo. C'è da chiedersi se non ci siano state da parte di tutti sottovalutazioni di certe espressioni culturali che alimentano xenofobia e razzismo e di circoli che ne fanno espressamente il motivo della loro organizzazione e della loro attività. La vicenda sembra per alcuni aspetti avere analogie con quella di Oslo. Esprimo la mia solidarietà alla comunità senegalese – aggiunge Rossi -, che conosco bene e che so pacifica e particolarmente inserita nella vita lavorativa e civile della nostra regione. Capisco la disperazione e lo sdegno, ma chiedo con fermezza che le manifestazioni e le proteste rimangano nell'ambito della legalità».