«Ascolterete non odio nelle parole dei testimoni oggi ma una scelta precisa, quella di raccontare. Non odio ma la volontà di costruire. Il senso della memoria è questo, incidere nel presente per costruire relazioni di pace e di giustizia. A voi ragazzi perciò dico, rendete vivo questo messaggio, è possibile. Ogni giorno con tante piccole azioni». E’ il viatico lanciato dal palco dalla vicepresidente Monica Barni ai 7000 giovani che, anche quest’anno, hanno riempito il Mandela Forum per il Giorno della Memoria 2020 dedicato alle vite spezzate nelle guerre, nelle deportazioni e negli stermini. Dopo aver tributato un grazie particolare agli insegnanti delle scuole toscane che hanno preparato gli allievi a questa giornata accompagnandoli in un lungo percorso che hanno condiviso con le politiche della Regione centrate sui temi della memoria, della storia e dei valori della Costituzione, Barni ha invitato a riflettere sul fatto che, in Europa, dopo l’orrore della seconda Guerra mondiale non ci sono stati più conflitti, ma nel mondo sì. «E’ in corso la terza guerra mondiale come ha ricordato Papa Francesco –  ha proseguito la vicepresidente – e oggi invito a riflettere su tutte le vite spezzate. Riflettiamo sui processi che portano a questi orrori, su quali siano i meccanismi che li generano. Essere qui ad ascolare oggi non ci permetterà più di rifugiarsi nell’indifferenza».

Nardella: «Sulle case cartello “Qui vive un antifascista”» La Shoah è una fenditura nella coscienza contemporanea che non si rimarginerà mai ma va curata, ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella intervenuto ai saluti iniziali. E anche lui ha rivolto un invito a tutti i giovani presenti, proponendo di mettere davanti alla porta di casa un cartello con la scritta “Qui vive un antifascista” o “Qui c’è amore”, “Qui c’è fratellanza”, “Qui c’è liberta”, per dire che  la memoria non è dimenticata, è custodita. Perché l’unico antidoto all’odio e alla violenza è l’amore. Se c’è amore c’è memoria.

 

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