A Siena potrebbe essere il giorno di Stefania Bariatti. E’ questo il nome indicato dal Tesoro per la presidenza di banca Mps riunita oggi in assemblea per nominare il nuovo CdA. Bariatti, 61 anni, docente di diritto internazionale alla Statale di Milano e già nella lista del Tesoro. L’assemblea è presieduta da Alessandro Falciai che, nei giorni scorsi, ha annunciato che non si candiderà di nuovo. In assemblea è presente il 75,53% del capitale Mef al 68,2%, Generali al 4,319% mentre Mps ha in portafoglio il 3,181%.

Falciai: «Oggi finisce l’incertezza» «La banca è in sicurezza ed è una grande soddisfazione poter annunciare che l’assemblea di oggi chiude il periodo di incertezza» ha detto Falciai in apertura di assemblea .

I sindacati contro i nuovi 49 dirigenti Sull’assemblea incombe anche la rabbia dei sindacati per la promozione di 4 9 nuovi dirigenti decisa dal CdA della Banca lo scorso 13 dicembre. «La decisione del Consiglio di amministrazione della Banca appare, oltre che sbagliata anche assolutamente sospetta nei tempi». La scelta, spiegano ancora i sindacati, «appare assolutamente inopportuna alla luce dei sacrifici richiesti quotidianamente ai lavoratori e alla stringente politica di taglio dei costi imposta alla Banca dalle Autorità europee. Altrettanto inopportuna appare la contestuale decisione di distribuire a parte del personale gratifiche economiche in maniera totalmente discrezionale» si legge ancora nella nota in cui i sindacati sottolineano che «tali interventi mal si conciliano con la ricapitalizzazione operata dallo Stato e rappresentano un vero affronto alle migliaia di lavoratori della Banca che da anni contribuiscono ai piani di risanamento dell’Azienda con giornate di solidarietà, decurtazione del TFR e uscite dal lavoro tramite il fondo esuberi». I sindacati «ritengono quindi che lo Stato, azionista di MPS al 68%, debba prendere posizione rispetto a quanto accaduto che rappresenta, a tutti gli effetti, un “colpo di coda” del CDA Uscente» conclude la nota.

La replica di Morelli ai sindacati «Mps dall’ 1 gennaio 2012 ha visto diminuire da oltre 500 a 326 i propri dirigenti. Nel 2016-2017 sono stati assunti 12 dirigenti e sono usciti, tra dimissioni e pensionamenti, in 67. Oggi l’incidenza sul totale dei dipendenti è del 1,24% rispetto a una media di sistema del 2,3%, quindi praticamente la metà. Io ritengo che nominare in un contesto come questo dall’interno della banca sia una cosa necessaria; la metà di loro non prenderanno un euro in più di stipendio. Questa manovra è costata alla banca circa 340mila euro lorde e saranno coperti con la riduzione degli emolumenti del sottoscritto. Le cose vengono raccontate in maniera sbagliate e dannosa per la banca».