“In uno storico passaggio in cui la crisi globale ci ricorda l’importanza della sostenibilità dei modelli di sviluppo, come chiave del futuro pianeta, l’Earth Day è una giornata fondamentale per rafforzare un confronto a livello globale sui temi della terra, dell’ambiente e dell’alimentazione. Questo giorno deve essere anche un momento di riflessione profonda sulla tutela del nostro territorio e sulla capacità produttiva che avremo in futuro. In Italia, negli ultimi 5 anni, abbiamo perso 8 metri quadrati al secondo di terreno, 70 ettari al giorno. Dobbiamo intervenire in fretta. Siamo impegnati perché il nostro Paese abbia una legge adeguata sul contenimento del consumo del suolo”.Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, in occasione della Giornata mondiale della Terra.

Settore decisivo – “L’agricoltura – ha aggiunto il Ministro – è decisiva per la cura e la salvaguardia del territorio e garantisce prevenzione dai rischi ambientali”. “L’Expo di Milano che si terrà fra poco più di un anno – ha concluso il Ministro – sarà l’occasione per discutere, a livello mondiale, di questi temi. Servono nuove strategie, soprattutto se vogliamo puntare agli obiettivi dell’Onu per il terzo millennio. È compito della politica decidere in modo da lasciare in eredità alle generazioni future un pianeta sano e sostenibile”.

EARTH DAY, AGRICOLTURA SIA CUSTODE DEL PIANETA – Nel giorno in cui si celebra la giornata della terra – dichiara il presidente della Confeuro Rocco Tiso – è importante fare una riflessione su quello che sta accadendo al nostro pianeta, perché se da una parte lo sfruttamento lo vede ogni giorno più in affanno, dall’altra osserviamo la possibilità della sua salvaguardia grazie anche al settore primario. Le conseguenze negative – sottolinea Tiso – si manifestano ogni volta con più violenza sotto forma di alluvioni, uragani e catastrofi naturali di vario genere, degradando il territorio a scapito soprattutto della superficie produttiva e palesandosi come una seria condanna per le generazioni future. Il mondo dell’agricoltura, di per sé un’occupazione “green”, potrà – continua Tiso – ancora fare molto per la tutela dell’ecosistema: produzioni verdi, nel contesto dello sviluppo sostenibile, devono diventare nuovi paradigmi in grado di alleviare minacce globali come il cambiamento climatico, l’esaurimento delle risorse naturali, la perdita delle biodiversità e la desertificazione. E’ ormai chiaro che non c’è più tempo da perdere – conclude Tiso – e in questo frangente di grande cambiamento per l’economia globale diviene necessario aiutare il pianeta a rigenerarsi, partendo proprio dal settore primario, da sempre alla base del processo di approvvigionamento del sistema produttivo, con politiche mirate e più in linea con il territorio.