Un giallo consumato nel giro di una mattinata, tra annunci e smentite. Tutto inizia quando la testata web algerina Mondafrique.com pubblica la notizia, subito ripresa anche in Francia, secondo cui il governo algerino avrebbe chiesto al governo italiano di sospendere il contratto di vendita della ex Lucchini alla Cevital. «Le autorità algerine hanno ufficialmente interpellato i loro omologhi italiani circa gli affari del patron di Cevital in Italia – si legge nell’articolo – Il governo algerino ha chiesto la sospensione dell’accordo preliminare che ufficializza il riscatto, da parte di Cervital, delle acciaierie Lucchini a Piombino, come si è appreso da più fonti che concordano tra loro. Il governo di Sellal ipotizza un montaggio finanziario dubbio che sarebbe servito per questa acquisizione». Ora, che i rapporti tra Issad Rebrab, patron di Aferpi (le acciaierie piombinesi), e il governo algerino non fossero dei migliori è cosa nota. Ma finora tutte le diatribe erano rimaste confinante tra Algeria e Francia, e mai avevano toccato Piombino. Almeno fino a questa mattina, quando è arrivata questa notizia.
Il sindaco Massimo Giuliani smentisce. Il primo cittadino ha infatti preso subito i contatti con il ministero ed il governo per capire la veridicità della notizia, viste le molte parte nebulose dell’articolo. Ad esempio si legge che il governo italiano dovrebbero stoppare la vendita delle acciaierie, ma questo passo è già stato compiuto otto mesi fa. «Da nostre verifiche istituzionali è emerso che non risulta sia stata fatta da parte algerina alcuna richiesta di sospensione della vendita a Cevital del comparto ex Lucchini – dice Giuliani – Tra l’altro la notizia diffusa sulla testata algerina appare assai approssimativa: si fa infatti riferimento a una richiesta di sospensione di un preliminare di vendita che, come noto, è già stato superato dalla firma dell’accordo sindacale e del contratto definitivo, firmati lo scorso giugno».
Anche i sindacati scettici. «Ci sembra strana e insensata, visto che Cevital ha già acquistato la Lucchini, dopo circa otto mesi di discussioni, il 1 luglio 2015 – si legge nella nota congiunta di Fim, Fiom e Uilm – Siamo abituati ad attacchi da più parti e con un loro denominatore, ovvero l’interesse comune che è quello della non ripartenza della siderurgia a Piombino». I sindacati infatti «credono che i progetti annunciati da Cevital devono essere sostenuti oggi più che mai, chiedono a tutti coloro che hanno a cuore il futuro economico ed industriale del nostro comprensorio, di fare il massimo per realizzarlo nella sua completezza».