Trenta lavoratori licenziati lo scorso 11 aprile, ma attorno all’ex Cerpelli di Lucca si sta alzando un velo di mistero: l’attività produttiva è cessata del tutto? A chiederselo è la Rsu aziendale che questa mattina si è recata in azienda per verificare la situazione.
«All’interno personale che sembrava svolgere attività produttiva» «Stamattina, dopo varie segnalazioni di attività anomale che si stanno svolgendo presso lo stabilimento di via Biagioni, la Rsu aziendale è andata a verificare la situazione» si legge in una nota della Fiom Cgil Lucca. Alessandro Lenzoni, rappresentante dei lavoratori racconta: «Da un mio personale sopralluogo, agevolato dal trovare i cancelli aperti, ho verificato la presenza all’interno del capannone di personale della sede centrale della Finder Pompe srl – che è a Merate, Lecco – che sembravano svolgere attività produttiva. Nello specifico, apparivano concentrati nel reparto sala prove e in attività di contorno per la preparazione e la messa in opera di una pompa. Premesso che tale reparto è anche una delle principali aree di attenzione rispetto alla sicurezza, ci domandiamo se tutto questo è plausibile dopo la drastica decisione e il rifiuto di ogni tentativo di salvaguardare l’attività e l’occupazione. Se le apparenze venissero confermate – continua Lenzoni – lì starebbero proseguendo, anche se parzialmente, alcune lavorazioni e decadrebbero allora quelle affermazioni del management Finder e Dover, che sostenevano di dover azzerare il sito per la non sussistenza dei presupposti produttivi di nessun genere e per la necessità di abbatterne i costi insostenibili. Se proseguono forme di attività produttive, come possono essere minori i costi impiegando lavoratori in trasferta e non pienamente efficienti in un ambiente di lavoro a loro praticamente sconosciuto? In che misura vengono tenuti in considerazione gli aspetti concernenti la sicurezza?».
«Tutti presi per il naso?» L’ultima parola – conclude Lenzoni – la dedichiamo ai soggetti istituzionali che sono stati partecipi della vertenza insieme a noi, come l’amministrazione comunale di Seravezza nella persona del sindaco Ettore Neri, la Regione Toscana rappresentata ai tavoli di confronto da Gianfranco Simoncini e la senatrice Sara Paglini: anche loro, come i lavoratori, sono stati presi tutti…per il naso?».