Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare della possibile proroga del contratto di concessione di Nuove Acque. Da una parte l’assemblea dei sindaci che si è espressa a favore, dall’altra l’azienda che deve decidere se confermare o meno la volontà di andare avanti con il rinnovo e la proroga. Un passaggio non scontato su cui l’azienda sarebbe intenzionata a prendere ancora qualche giorno di tempo. E intanto i primi cittadini di Bibbiena, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Civitella in Val di Chiana, Cortona, Foiano della Chiana, Marciano, Montemignaio, Poppi, Pratovecchiostia, Chiusi, Montepulciano, Sinalunga, Torrita di Siena, con un lungo documento provano a spiegare i motivi del voto favorevole alla proroga.
(Leggi il documento integrale) SINDACI FAVOREVOLI ALLA PROROGA
Risparmi per 2 milioni di euro Alla base ci sarebbe il «piano, elaborato da Nuove Acque, che prevede la possibilità di allungare la concessione al 31.12.2027 (rispetto alla scadenza naturale del 2024) e che permetterebbe, oltre ai maggiori investimenti per 92 milioni di euro, la stabilizzazione della tariffa fino al 2027, con un aumento medio annuo dell’1/1,5% (quindi al di sotto dell’inflazione e soprattutto al di sotto del 5% contrattualmente previsto per gli anni a venire), con un risparmio per i contribuenti di almeno 2 milioni di euro all’anno fino al 2021. L’allungamento della concessione permetterebbe, così, la rinegoziazione dell’attuale finanziamento portando il tasso di interesse abbondantemente sotto il 2% mentre l’attuale supera il 4,5%, con un risparmio complessivo di interessi di almeno 4 milioni di euro (totali)». Un percorso – spiegano i sindaci – partito da lontano e che «nasce nel luglio 2016, quando, a larghissima maggioranza, con il voto favorevole anche del Comune di Arezzo (erano presenti 19 Comuni, ha votato contrario solo il Comune di Sansepolcro tutti gli altri favorevoli: Arezzo, Bibbiena, Bucine, Castel Focognano, Castiglion Fibocchi, Castiglion Fiorentino, Chianciano, Chiusi (SI), Civitella, Cortona, Foiano, Laterina, Lucignano, Monte San Savino, Montepulciano, Ortignano Raggiolo, Sinalunga, Torrita), chiesero all’Autorità di Ambito maggiori investimenti per almeno 72 milioni di euro in più rispetto ai 46 previsti dall’attuale Piano, considerati assolutamente insufficienti rispetto ai bisogni evidenziati (portandolo quindi a 118 milioni). Fu così richiesto alla società Nuove Acque di procedere con uno studio economico con l’obiettivo di incrementare in maniera importante gli investimenti e contestualmente ridurre le tariffe, anzi cercando di stabilizzarle al ribasso per tutta la durata della concessione».
Il rinvio chiesto dal Comune di Arezzo Chi al momento non ha sottoscritto il documento è il Comune di Arezzo che aveva chiesto un rinvio. «Non è stato possibile votare la proposta del Comune di Arezzo (che ha condiviso con noi tutto il percorso fino a 20 giorni fa), cioè il rinvio a dopo il 4 marzo, perché far slittare la Conferenza Territoriale a dopo le elezioni politiche, per poi andare in Assemblea Regionale il mese successivo e con i 90 giorni di tempo necessari all’ AEEGSI, l’Autorità Nazionale che ha l’ultima parola sul Piano, non ci sarebbero stati i tempi per partire con il progetto nel 2018. Ciò avrebbe fatto perdere il beneficio, già a partire dal 2018, e fatto pagare ai cittadini già da giugno, termine ultimo per l’elaborazione del Piano tariffario, almeno 2 milioni di euro in più e così negli anni a venire, con l’assenza di investimenti assolutamente necessari».
Gli emendamenti in assemblea Infine nel documento si spiegano i motivi del voto e gli emendamenti che l’assemblea ha recepito e cioè quello di non applicare nessun aumento tariffario fino alla definizione del percorso di proroga (1,5% in caso di proroga, 5% senza proroga); di non riconoscere le prestazioni accessorie a favore del privato per gli anni di allungamento della concessione; priorità nel nuovo piano degli investimenti a quei territori che nel 2017 hanno avuto vere emergenze idriche.