A Torino una mamma è stata picchiata davanti al figlio per aver rimproverato un gruppo di ragazzi invitandoli a non bestemmiare. È successo alcune settimane in un parcheggio di un centro commerciale, dove quattro studenti italiani, tre ragazze e un ragazzo tra i 15 e i 17 anni, hanno preso a calci e spintoni la giovane donna. La donna sentendo i giovani parlare ad alta voce, ha chiesto di non gridare parolacce davanti al figlio, ma è stata aggredita con violenza.

Forse oggi siamo ormai a raccogliere i frutti amari, conseguenza di una generazione di figli cresciuti senza autorità e senza valori. Siamo ai figli del relativismo. Del resto non poteva essere diversamente: quando manca un riferimento morale, quando manca una ben minima disciplina, ma sopratutto quando manca Dio, tutto è lecito, e se non lo è subito, lo è alla prima occasione utile. Possiamo scandalizzarci quanto vogliamo (ovvero pochi minuti) ma questi episodi dovrebbero invece farci capire almeno 2 cose. Primo: la dittatura dell'”io e dei propri capricci” è la conseguenza dei “non riferimenti” a cui assistiamo oggi. Per i giovani può essere una violenza del momento, per chi ha del potere può essere ben peggio. Secondo: la mancanza di rispetto del sacro è un qualcosa che offende la radice di un popolo. I nostri avi si rivoltano nella tomba. Nessun cittadino non occidentale, pur ateo o non credente, permetterebbe offese gratuite al Credo del proprio popolo. Noi invece non solo le tolleriamo, ma le accettiamo. E la cosa peggiore è che anche la Chiesa italiana si è messa l’animo in pace. Molti preti preferiscono essere derisi, ma non contraddetti. Invece la fede è discussione, è ragionamento: ma mai può essere oggetto di burla. La burla, la bestemmia, l’offesa del sacro è una delle cose peggiori che possiamo fare, oltre che alla fede, alla nostra cultura italiana.

I nostri fratelli musulmani (che pur hanno molti difetti) non permettono di prendersi gioco dell’Islam. Noi l’abbiamo silenziosamente accettato. Dimenticandoci che la sciocca ironia, la derisione della fede, nei giovani, fa perdere la fede più di mille teoremi o idee politiche. E di conseguenza può creare proprio odio nei confronti della religione. Se ci aggiungiamo una generazione di ragazzi vuoti dentro, che vivono trascinati da tutto e da tutti…il resto va da sè.

 

Eppure la legge prevede sanzioni per chi offende il sentimento religioso, che è cosa riconosciuta. Sapranno i cattolici italiani uscire dal guscio?