E’ polemica in Toscana per un convegno dedicato al tema dell’identità sessuale dei minori e il cosiddetto fenomeno del ‘fluid gender’, dal titolo ‘Bambini rosa’. L’appuntamento, organizzato il 7 ottobre in Consiglio regionale dal gruppo Sì Toscana a sinistra, è stato fortemente criticato dal centrodestra che ha stigmatizzato anche la scelta di svolgere il convegno in una sede istituzionale. «Il problema della cosiddetta ‘identità sessuale fluida’, già in età scolare, è un dato di fatto, acclarato dalla comunità scientifica – ha spiegato il consigliere regionale di Sì Toscana a sinistra Paolo Sarti -. Sono situazioni che colgono spesso impreparate le famiglie e le istituzioni devono sapere meglio come aiutarle». Per Sarti rispetto a un tema del genere «le istituzioni c’entrano, perché qui stiamo parlando di servizi pubblici, come quello già attivo a Careggi».
Il 5 ottobre “Giù le mani dai bambini” Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, «Sì Toscana a sinistra sfrutta i minori per fare propaganda gender. Organizzare un convegno sulla libertà sessuale dei bambini è una cosa raccapricciante, e leggendo la locandina, fra i relatori del convegno c’è persino un ragazzo definito ‘quattordicenne’ nato femmina e diventato maschio. E’ inaccettabile che in una sede istituzionale vengano sfruttati i minori per diffondere una cultura fuorviante». Donzelli ha annunciato, per il 5 ottobre nella sede del Consiglio toscano, un’iniziativa dal titolo ‘Giù le mani dai bambini – Contro la strumentalizzazione e il coinvolgimento dei minori per la diffusione della cultura gender’.
Mugnai (FI): «Iniziativa sbagliata e dannosa» Critico anche il capogruppo Fi Stefano Mugnai che parla di «iniziativa sbagliata e dannosa. Ogni gruppo è libero di organizzare tutto ciò che crede e se ne assume la responsabilità». Per Mugnai, gli organizzatori «farebbero bene a ripensare l’iniziativa e l’istituzione, ovvero la parte ospitante, a prenderne le distanze. Tra l’altro, prevedere la partecipazione a un evento pubblico di una minore protagonista di una vicenda personale tanto delicata, come quella del cambiamento di sesso, ci pare una spettacolarizzazione strumentale che va tutta a danno della bambina».