Nel Giorno della Memoria pubblichiamo articolo e foto del giornalista Augusto Mattioli che nel 2005 visitò il campo di sterminio di Auschwitz insieme a numerosi studenti.

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Foto Augusto Mattioli

Auschwitz-Firenze. 30 gennaio 2005. Viaggio di ritorno con il Treno della Memoria della Regione Toscana con il quale negli anni moltissimi studenti sono andati in visita al campo di sterminio simbolo della crudeltà di chi ha attuato il razzismo fino ai limiti estremi. Un ritorno, viaggiando la notte in treno carico di immagini, di emozioni, di riflessioni amarissime, su come è possibile che sia accaduto quello che è accaduto in questa Europa che oggi cerca di trovare qualche valore che la unisca, al di là degli aspetti di carattere economico e che costruisce invece muri e reticolati.

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Foto Augusto Mattioli

Quel viaggio di ritorno da quello che era stato il luogo in cui l’umanità si è perduta, è stato difficile anche per un aspetto che ci ha riportato al tempo in cui gli ebrei e tutti coloro che l’ideologia nazista considerava pericolosi o comunque inferiori (politici, omosessuali, zingari, testimoni di Geova) venivano caricati su carri merci e fatti viaggiare come bestie e in inverno in un freddo che uccideva i più deboli. Nella notte quando si cercava di prendere un difficile sonno carico delle immagini delle camere a gas, delle montagne di scarpe e valige dei deportati, delle loro foto esposte nei corridoi degli edifici del campo, il riscaldamento di alcuni vagoni andò in tilt. E fu gelo assoluto. I finestrini si coprirono di ghiaccio e il freddo si fece sentire in maniera quasi insopportabile. Ecco in quelle ore capimmo cosa dovevano avere sopportato uomini, donne, bambini nel loro viaggio verso la Polonia, che non avevano avuto alcuna possibilità di difendersi dal gelo, come noi che avevamo di che coprirci con pesanti giacconi.