“Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”. Una delle frasi più felici (e citate) di Bertolt Brecht è contenuta proprio nel suo lavoro teatrale “Vita di Galileo”, un’opera che ha conosciuto più versioni del suo stesso autore e molte e celebri e celebrate interpretazioni. Da stasera, fino al 12 novembre va in scena al teatro La Pergola di Firenze quella di Gabriele Lavia, già definita un kolossal. Quattro ore di teatro, ventisei attori sul palco ad interpretare 80 personaggi, tre musicisti della Scuola di musica di Fiesole che suonano dal vivo, oltre 180 costumi, una coproduzione, la prima, tra la Fondazione Teatro della Toscana-La Pergola e lo Stabile di Torino. Uno spettacolo imponente in assoluta controtendenza rispetto all’epoca che stiamo vivendo di crisi e di narrazioni rapide e veloci.
Libertà e Verità Lavia, invece, intende sovvertire questi principi e scommette sui contenuti di un testo sul quale si è cimentato nel 1963 Giorgio Strehler, che appariva come la versione definitiva di questo capolavoro del teatro moderno. In ogni occasione lo stesso attore e regista ha ricordato di avere scelto la via del palcoscenico dopo aver visto al Piccolo di Milano quella versione del Galileo ed esserne rimasto affascinato. Ma l’urgenza, oggi, di darne una nuova lettura appare anche un’altra, quella di leggere l’introspezione e i tormenti dell’uomo di scienza nei rapporti con la morale, la religione. Il potere. E di fronte a tematiche sempre più attuali nella nostra società quali le nuove frontiere delle ricerche biomedicali, con particolare riferimento al fine vita o all’inseminazione assistita. “La sola libertà per l’uomo è la libera ricerca della verità”, è il senso più profondo che lo stesso Lavia estrae dal lavoro che Brecht volle rivedere ben tre volte (38/39, 43/45 e 1956) alla luce delle nuove scoperte scientifiche, quali la scissione dell’atomo e l’era atomica che sembrava alle porte. «Non si può trovare la verità se non a costo, duro, difficile, doloroso, della libertà. La libertà non è fare quello che ci pare, è la limitatezza della conoscenza. Brecht è un politico e parla della verità della polis, dello stare al mondo insieme con gli altri».
Informazioni: Orari, da martedì a sabato: 20.45; domenica: 15.45. Giorno di riposo: 2 e 6 novembre.