SIENA – «Credo che sia necessario uno sforzo di fantasia sul futuro della banca». A dirlo il presidente della Fondazione Mps Carlo Rossi a margine della presentazione del documento programmatico previsionale 2022 rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano quale potrebbe essere il futuro per Mps dopo il fallimento delle trattative con Unicredit.
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«Futuro banca? No a cavaliere bianco»
«Vedo difficile che un altro soggetto privato accontenti le richieste del venditore a meno che non esca fuori un investitore estero e magari potrebbe pagare un prezzo d’ingresso vicino alle valutazioni del Mef» ha aggiunto Rossi sottolinenando: «Non credo che sia il caso di ripetere il percorso fatto con Unicredit cioè cercare un cavaliere bianco che consenta ad un soggetto pubblico, che oggi controlla la banca, di cedere la sua partecipazione. Mi pare che nessuno in questo paese si sia stracciato le vesti per questo mancato accordo» ha detto Rossi.
No a dismissione a qualunque costo
Il presidente dell’ente di Palazzo Sansedoni ha anche precisato che «non si può dismettere a qualsiasi costo o a qualsiasi condizione. Il tentativo con Unicredit è stato serio, non è stato di facciata, non c’è stato il punto di incontro e credo che le autorità europee di questo ne dovranno prendere atto» ha aggiunto Rossi.
«Accordo transattivo? In aiuto banca»
In merito poi all’accordo transattivo con banca Mps per chiudere le controversie legali Rossi ha spiegato: «Credo che la Fondazione, nel momento in cui ha sottoscritto l’accordo definitivo, lo ha fatto in una prospettiva di aiuto alla banca». L’accordo ha già portato nelle casse dell’ente di Palazzo Sansedoni 150 milioni di euro oltre ad impegni sulla valorizzazione del patrimonio artistico della banca e sulla destinazione dell’immobile di Rocca Salimbeni, su cui insisterà una prelazione a favore della Fondazione stessa. «Credo che questo accordo abbia dato fondamentalmente una mano alla banca, mi pare non l’abbia data nella prospettiva di un accordo con Unicredit» ha concluso Rossi.