Una riforma degli assetti istituzionali locali, «complessiva e a 360°»,. Così viene detto. È quella approvata questa mattina dal Consiglio regionale della Toscana. Proposta dal Pd e passata a maggioranza, con 22 voti favorevoli e 15 contrari. È, come viene definita, la «risoluzione del Pd sulle fusioni dei Comuni». A presentare la mozione infatti, il consigliere Antonio Mazzeo, cofirmata da Monia Monni e dal capogruppo Pd Leonardo Marras.«Dopo tanti giorni di discussioni e di polemiche, è giusto portare in aula una risoluzione che riguarda a 360° gradi il riordino istituzionale – ha detto Mazzeo -. I prossimi mesi ci metteranno di fronte a sfide importanti, come da discutere sul futuro dei Comuni».
Meno comuni in Toscana Ridurre il numero dei Comuni sulla scia di quanto fatto in altre realtà europee. «In Italia il numero di comuni è cresciuto – ha proseguito Mazzeo -. In Germania si è passati da 24 mila comuni a 12mila, nel Regno Unito da 1830 autorità locali a 1400. Anche la Grecia ha avuto una sensibile riduzione del numero di Comuni. La Toscana è stata sempre apripista e, da questo punto di vista, dobbiamo applicare al meglio gli spunti che arrivano su questo fronte dal Governo. Dobbiamo spingere sull’accelerazione per la fusione, incentivi a fondersi e disincentivi alla frammentazione. La nostra proposta non ha nulla a che fare con la proposta del ddl Rosolini – specifica il consigliere Pd -. Stiamo lasciando la possibilità ai singoli consigli comunali di fare le loro scelte e proposte. Nessuna obbligatorietà di fondersi, quello che proponiamo è un sistema nuovo di regole. Chiare e precise».
La «risoluzione» del Pd Un nuovo modello per gli enti locali in Toscana. E su questo che si è focalizzato l’intervento di Mazzeo. «Bisognerà snellire il rapporto fra la Regione e l’associazionismo degli enti locali. Ecco perchè bisognerà portare presto in aula la riforma del Cal e poi bisognerà pensare alla riforma dell’Uncem e dell’Anci. C’è poi la necessità di dare ulteriore impulso alla regolamentazione della governance dei servizi pubblici. Tutto questo per razionalizzare le spese ed abbassare le tasse. Trovo imbarazzante che si provi a strumentalizzare questa discussione minacciando il ricorso alla Corte Costituzionale. Questa però non è una legge, è una risoluzione. Abbiamo deciso, come Pd, di commissionare ad Ipsos un sondaggio ed i numeri parlano chiaro: il 50% di chi è favorevole alle fusioni vota M5s, stesso dicasi, per il 57%, per l’elettorato di centrodestra. Pertanto, la nostra volontà non è solo di parte ma, anzi, trova ampio consenso politico trasversale».
Il retroscena senese del comunicato scomparso Sul fronte senese della discussione tutto è andato avanti come da copione, nonostante la lettera aperta di 14 sindaci ai consiglieri regionali Simone Bezzini e Stefano Scaramelli. Entrambi presenti in aula hanno votato con il loro partito ma non hanno rilasciato dichiarazioni in aula e nemmeno all’uscita. Semplicemente hanno votato a favore e allineandosi alla linea del Pd, come ribadito da entrambi in dichiarazioni rese ai giornali.
A Siena incontro convocato dalle imprese A Siena, tuttavia, su questo tema l’argomento rimane caldo ed è rimandato al prossimo 12 aprile quando si svolgerà un incontro pubblico promosso da Rete imprese Italia Siena, con il titolo “Nuova geografia amministrativa: le opportunità delle fusioni tra comuni” (ore 15.30 in Camera di Commercio). «Da una parte ci sono le esigenze di identità locale che hanno certo una ragion d’essere, dall’altra quelle di rendere più efficiente la funzione amministrativa e magari di attingere a importanti incentivi economici. Vogliamo creare l’occasione per andare più a fondo sull’argomento, con l’obiettivo centrale di facilitare scelte nell’interesse delle nostre imprese e non solo, a prescindere da come queste nascano», anticipa Carlo Conforti, presidente di turno di Rete Imprese Italia Siena. Sarà lui ad aprire i lavori del 12 aprile, seguito dagli interventi di Sabrina Iommi (Irpet) e Leonardo Marras (capogruppo Pd in Consiglio regionale). Dalle 16.30 tavola rotonda con i sindaci Andrea Rossi, David Bussagli, Bruno Valentini e Piero Pii (rispettivamente primi cittadini a Montepulciano, Poggibonsi, Siena e Casole d’Elsa) e con il presidente del Consigilio regionale della Toscana Eugenio Giani. Tutti i relatori sono primi cittadini del Pd. Ma nessuno ha pensato di invitare almeno uno dei quattordici firmatari della lettera aperta, tra cui molti iscritti al Pd. Più che un confronto sembra un monologo a più voci, con l’unic eccezione di Piero Pii
*Ha collaborato Luca Cellini