Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato, all’unanimità, la legge che istituisce il Comune unico di San Marcello Piteglio attraverso la fusione dei Comuni di San Marcello Pistoiese e di Piteglio. Il Comune unico sarà formalmente operativo a partire dal 1° gennaio 2017. Contestualmente l’Aula non ha dato seguito alle proposte di legge che, se approvate, avrebbero fatto nascere il Comune unico di Capolona-Castiglion Fibocchi e il Comune unico di Castellina Marina-Riparbella.

Un nuovo comune unico La nascita del Comune di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia, segue il risultato del referendum popolare svolto il 7 ed 8 maggio. In tale consultazione, infatti, i cittadini favorevoli sono risultati 2.049, quelli contrari 450. A San Marcello Pistoiese i voti favorevoli sono stati 1560, quelli contrari 245. A Piteglio i sì sono stati 489, i no 205. «La volontà popolare non si calpesta né si aggira con formulazioni normative ambigue e provvedimenti presi a tavolino. È questo che nella legislatura attuale fa il Pd. E noi su questo non vi seguiremo mai. Per questo, sulle fusioni dei comuni votiamo sì a quelle in cui c’è stato voto favorevole al referendum, come tra San Marcello Pistoiese e Piteglio, e opporremo il nostro no,in armonia con quanto espresso dai cittadini». Così nel suo intervento in Consiglio regionale il capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai, intervenuto nel dibattito sulle proposte di legge 17 (San Marcello Piteglio), 54 (Capolona Castiglion Fibocchi) e 62 (Castellina Riparbella).

stefano mugnaiLe fusioni dei comuni secondo Mugnai «Forza Italia – ha ricordato Mugnai – è da sempre favorevole ai percorsi di fusione nell’ottica di un processo di semplificazione istituzionale, ma il requisito fondamentale è che vi sia la volontà popolare per compiere quel percorso. Questo principio era stato la stella polare, nella scorsa legislatura. In questa però qualcosa è cambiato perché il Pd, come abbiamo già registrato nel caso di Abetone e Cutigliano, non è interessato a rispettare il volere dei cittadini. Del resto – ha proseguito il capogruppo di Forza Italia – si tratta di un orientamento che avete cristallizzato anche in una vostra risoluzione, laddove parlate del parere della comunità chiamata al voto. Ma la comunità esiste dal giorno dopo la fusione. Fino al giorno prima bisogna parlare delle comunità locali e bisogna tener conto dell’opinione e della volontà espressa non in maniera collettiva, ma distintamente in ognuno dei comuni coinvolti. Contrariamente, noi nelle fusioni a freddo non vi seguiremo mai». Mugnai ha spinto su una riflessione politica: «Di fronte alla volontà popolare bisogna inchinarsi. Qui su tre proposte di fusione, due sono state bocciate dai cittadini. Badate: gli atteggiamenti arroganti e iperdirigisti che il Pd sta praticando in questa legislatura vanno a toccare il senso di comunità dei nostri cittadini. Per cui io dico: riscopriamo la bontà della semplificazione istituzionale attraverso le fusioni, ma riaffermiamo con forza il requisito della volontarietà espressa dalle singole comunità comunali interessate».