L’estro del drammaturgo e regista argentino Rafael Spregelburd, accompagnato dalla traduttrice e co-regista Manuela Cherubini, torna nella messa in scena del suo nuovo progetto italiano ‘Furia avicola’, in arrivo in prima regionale sul palco del Teatro Florida di Firenze l’11 dicembre (ore 21) per poi bissare al Fabbricone di Prato dal 12 al 15 (ore 21; festivi ore 16).
Come nasce lo spettacolo L’idea dello spettacolo – co-produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Fattore K – nasce dal lavoro svolto dall’artista presso l’Ecole des Maîtres, corso internazionale itinerante di perfezionamento teatrale realizzato tra Udine, Coimbra, Roma, Liegi e Reims nell’estate del 2012. Come raccontano Spregelburd e Cherubini: «Mentre lavoravamo con un gruppo di attori provenienti da quattro paesi europei alla creazione di uno spettacolo intitolato ‘La fine d’Europa’, la Babele delle nostre lingue ci ha istigato alla formulazione di domande sull’identità, sull’appartenenza e sul concetto di fine. Lo spettacolo ‘Furia avicola’ è una delle derive di questo percorso, e porta con sé, trasformandole e rinnovandole, quelle domande, per generarne di nuove, insieme ad alcune riflessioni».
La fine dell’arte e l’assurdità delle burocrazia Sulla scena, lo spettatore si trova di fronte a due intensi atti unici che raccontano la fine dell’arte e l’incredibile assurdità delle burocrazia, passando per un intermezzo al limite del burlesco sulla questione delle lingue e del senso delle parole nei vari contesti. La riflessione finale poi, va dritta al punto e all’attualità interrogandosi sui possibili significati e sulle conseguenze della dura crisi nel nostro tempo.