Una splendida sfilata di moda all’interno dell’hotel Four Season ispirata agli anni ’50 ma anche alle frequentazioni turistiche nell’ambiente alberghiero. Ha scelto questa location e questi temi Simone Martini, punto di riferimento del brand Mason’s per creare un evento all’esterno del cuore pulsante di Pitti Immagine, la Fortezza da Basso, ma comunque all’interno della settimana della moda fiorentina.
Come mai la scelta di creare un appuntamento per stampa e buyer fuori dal tipo ambiente di Pitti Immagine?
«Abbiamo passato la fase in cui avevamo bisogno di farci vedere e di farci conoscere, non funziona piu’ per noi anche se ritengo che Pitti Immagine sia una fiera eccezionale. Per le cose nuove, per le collezioni, Pitti rimane una fiera estremamente importante perché non ce ne sono rimaste molte di simili. La Germania è in declino in questo senso, pur essendo stata storicamente una trascinatrice. La culla della moda secondo me è sempre stata la Toscana, Firenze, con una storia ed una tradizione che va mantenuta. Noi non dobbiamo presentare una collezione nuova, ma consolidare, abbiamo già un life-style, abbiamo già una storia, un prodotto consolidato nei nostri negozi. Preferiamo presentarci in una maniera nuova e diversa, cercando di rimanere noi stessi».
Perché un’azienda come la sua ha fatto la scelta di rimanere a produrre in Italia anche nel momento di massima crisi?
«L’abbigliamento fanno con delle caratteristiche che sono tipicamente caratterizzate da costruzione e creatività, la si può fare, per tutta una serie di ragioni in Italia. Le cose sono complicate, l’Italia è un paese difficili, ma bisogna ragionare prendendo atto di quella che è la situazione, ed utilizzare delle contromisure. Se ti siedi ed aspetti che passi la crisi, sei finito. Se invece capisci che esiste una realtà mondiale, che adora il nostro modo di produrre, il nostro life-style, la nostra terra di origine, che adora i profumi del nostro territorio, questo unito ad un prodotto che deve avere un’eccellenza particolare, trovi la maniera di superare la crisi che c’è stata. La Toscana ha delle cose che gli altri non possono avere, ed ecco perché si può superare questa crisi sfruttando la bellezza dei territori che abitiamo».
La sfilata di Mason’s proposta quest’anno mette al centro che temi?
«Volevamo essere, visto che ci ispiriamo alla tradizione italiana del ‘500, centrali nel recupero degli ambienti di un albergo così storico come il Four Season che ha scenograficamente parlando posti unici. Tutti i nostri clienti esteri voglio che vedevano questo contesto abbinato ai nostri prodotti perché siamo sicuri che crei l’impatto giusto per esaltare i capi a cui abbiamo pensato».
Una delle scelte di Mason’s è anche quella di tenere i contatti diretti con i propri clienti visto che siete voi, disegnatori e creatori dei prodotti del vostro brand, a rispondere in prima persona alle mail e alle sollecitazioni che arrivano attraverso i social. Come mai questa scelta di non usare filtri?
«Perché secondo il nostro modo di pensare se tu non hai un contatto diretto con la realtà che ti circonda, perdi il filo di ciò che accade e vivi in una realtà chiusa, che non ti consente di essere aggiornato. Facciamo abbigliamento, non abitiamo su Marte. Produciamo qualcosa che deve essere bello, che racconta tutta la nostra tradizione, e se non lo facciamo tenendo il contatto con il nostro pubblico, perdiamo il contatto con la realtà delle cose, ovvero quelle sensazioni che derivano dall’utilizzo delle cose a cui pensiamo e che mettiamo in vendita. Questo contatto diretto è fondamentale per noi, anche durante il processo lavorativo. Senza questa connessione diretta con chi ci sceglie, penso che il nostro brand non avrebbe futuro e non sarebbe in costante evoluzione come la realtà che ci circonda».