“Quella della giovane Malika Chalhy è una vicenda che stringe il cuore e fa male, perché ancora una volta parla di odio omofobico, questa volta in un contesto familiare.

Sono molte le vittime che come Malika sono state rifiutate dalla loro famiglia fino ad essere cacciate di casa e questo mette ancora una volta in luce quanto sia necessario provvedere a infrastrutture sociali in grado di sostenerle, accoglierle, accompagnarle”.

Così la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, in un post su Facebook, a proposito della 22enne di Castlefiorentino (Firenze) che ha ‘denunciato’ di essere cacciata di casa dopo aver rivelato di aver una relazione con un’altra donna. “Nei mesi scorsi – spiega la ministra – abbiamo promosso un avviso pubblico, con uno stanziamento di 4 milioni di euro annui a regime, per la costituzione di case di accoglienza, centri e servizi a tutela delle persone LGBT+ vittime di discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere. È un bando ancora aperto, con scadenza il 10 maggio 2021, e ci permetterà di dare quell’accoglienza che ogni vittima deve poter trovare nella nostra comunità. A Malika – conclude la ministra – tutta la mia solidarietà e vicinanza”.

Intanto è arrivata a oltre 27mila euro in pochi giorni la raccolta di fondi online lanciata dalla cugina per Malika. Sulla piattaforma crowdfunding GoFundMe in poco più di una settimana sono stati superati “i diecimila euro prefissati inizialmente” dalla cugina della giovane “per pagare lo psicologo che sta seguendo Malika e le spese legali della cugina, che ha deciso di denunciare i genitori.

Dopo il servizio de Le Iene e la solidarietà pubblica di Fedez e Mahmood, la cantante Elodie ha condiviso direttamente la raccolta. Risultato: più di 8mila condivisioni e donazioni che arrivano continuamente accompagnate da messaggi di solidarietà da tutta Italia. “La storia di Malika purtroppo non è un caso isolato – spiega la responsabile europea di GoFundMe, Elisa Liberatori Finocchiaro -, sulla nostra piattaforma ci sono già state richieste di aiuto da parte di persone che subiscono discriminazioni di vario tipo. L’approvazione del ddl Zan” non “dovrebbe essere considerato secondario o superfluo. Dal canto nostro siamo orgogliosi di poter ospitare sulla nostra piattaforma iniziative lanciate da semplici cittadini volte ad aiutare concretamente gli altri e motrici di cambiamento”.