Succo concentrato di mela, destinato al mercato nazionale e internazionale delle marmellate e confetture, falsamente spacciato per biologico mentre conteneva prodotti scadenti, e, in qualche caso, anche una concentrazione elevata di agenti patogeni. E’ la frode in commercio scoperta dalla Procura di Pisa che ha sgominato un’associazione a delinquere, guidata da due imprenditori di San Miniato (Pisa), che ha portato all’arresto di 8 persone in esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare in carcere. Un nono componente della banda, serbo e gestore di una società riconducibile agli imprenditori italiani, è destinatario della misura cautelare ma le autorità serbe non hanno collaborato con gli investigatori, né hanno fatto sapere se intendono dare seguito all’ordine di carcerazione.
Sequestrate 1.411 tonnellate di prodotto adulterato Finanzieri e ispettori del dipartimento antifrode del ministero della Politiche agricole hanno sequestrato 6 società, beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 6,5 milioni di euro e bloccato nel Pistoiese un carico di 30 tonnellate contenente la patulina, una micotossina della mela, il cui valore era di 7 mila microgrammi/kg rispetto al limite di legge di 50 microgrammi/kg. Complessivamente sono state sequestrate 1.411 tonnellate di prodotto adulterato, per un valore di quasi 5 milioni di euro. La procura ha già imposto alle aziende che inserivano il prodotto acquistato dalla società italiana come biologico di ritirare tutte le confezioni sul mercato dall’1 gennaio a oggi.
In carcere sono finiti due fratelli, titolari della ‘Italian food srl’ di San Miniato (Pisa), azienda che per il succo concentrato di mela detiene, secondo quanto riferito dagli investigatori, «sostanzialmente un posizione di monopolio sul mercato italiano e internazionale e aveva messo in piedi non solo una complessa attività di artifici documentali, ma anche un’articolata procedura chimica per eludere i controlli». Il prodotto venduto come biologico, era invece di qualità molto scadente, prodotto in Serbia dalla ‘Perfect fruit’ gestita dal serbo a piede libero ma in realtà facente capo ai due imprenditori toscani, e poi ‘europeizzato’ attraverso false attestazioni per introdurlo sul mercato con marchio Ue. In manette sono finiti anche quattro dipendenti della società toscana e due imprenditori del salernitano, risultati essere dei prestanome dei due toscani. L’indagine è scattata grazie agli organismi di controllo di Olanda e Germania che hanno nutrito dubbi sulla provenienza e la produzione del succo concentrato di mela, un edulcorante destinato al mercato di marmellate, conserve, confetture esimili commercializzati dai più importanti marchi italiani ed esteri.
La frode Il prodotto veniva adulterato chimicamente per eludere i controlli e solo l’approfondita analisi presso laboratori specializzati da parte degli ispettori del Mipaaf ha permesso di smascherare la frode. Alle indagini ha collaborato anche Eurojust. I nove indagati devono rispondere anche del reato di autoriciclaggio per avere investito nelle aziende sequestrate i proventi illeciti della commercializzazione del prodotto adulterato.