Anche la provincia di Siena è pronta per entrare nell’era del fotovoltaico. L’installazione dei pannelli fotovoltaici a terra fino a 200 Kw sarà consentita come attività connessa all’agricoltura nella maggior parte del territorio rurale. Una notizia positiva per la Cia Siena, ricordando in estrema sintesi il senso delle linee guida approvate dalla Giunta Regionale per regolare lo sviluppo degli impianti fotovoltaici a terra. Al tempo stesso – ricorda la Cia Siena – sarà più difficile ottenere il cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli per realizzare parchi fotovoltaici. “Si tratta di un provvedimento molto atteso dagli agricoltori, che dovrebbe orientare le scelte dei Comuni per lo sviluppo del fotovoltaico – sottolinea il presidente della Cia Siena Luca Marcucci –. Siamo molto soddisfatti perché vediamo finalmente riconosciute le posizioni che da tempo la Cia sostiene, a favore dei piccoli impianti diffusi e contro l’aggressione selvaggia al territorio agricolo. Apprezziamo il fatto – aggiunge – che la Giunta nel suo insieme, riconosca con questo provvedimento il ruolo fondamentale che l’agricoltura può svolgere a favore di uno sviluppo delle fonti rinnovabili che rispetti l’ambiente ed il paesaggio”.


La spinta verso il fotovoltaico – La Cia Siena negli ultimi mesi si è battuta con decisione in questa direzione, attraverso documenti, lettere alle istituzioni, assemblee nel territorio ed altre iniziative, tutte nel segno della difesa della vocazione produttiva del suolo agricolo e della promozione delle fonti rinnovabili nelle aree rurali come fonte integrativa di reddito per le imprese agricole. “In qualche comune – spiega Roberto Bartolini, direttore Cia Siena – assistiamo al paradosso per cui è più facile sottrarre dieci ettari all’agricoltura per farci un parco fotovoltaico che non avere l’autorizzazione per  realizzare 3-4000 metri di impianto per il fabbisogno di una azienda agricola. Le linee guida approvate dalla Giunta Regionale – secondo Bartolini – forniscono un indirizzo chiaro in grado di porre fine a questa situazione. Infatti vengono individuate le aree nelle quali è possibile realizzare impianti a terra solo se già classificate come aree  urbane, industriali e produttive o, nelle aree rurali, impianti connessi con le attività agricole fino a 200 Kw”.


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