Una diminuzione del 50% delle presenze e degli incassi rispetto al 2009, a fronte di un aumento sempre maggiore dei costi, che mettono a rischio l’intero “sistema neve” della Toscana, in cui sono occupati oltre 2.000 addetti tra impianti di risalita e indotto, e che genera un giro d’affari di 60 milioni di euro. E’ il grido di allarme lanciato oggi dal vicepresidente nazionale di Anef (Associazione nazionale esercenti Funiviari) Andrea Formento, insieme al presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani e ai sindaci dell’Abetone (Pistoia) e di Abbadia San Salvatore (Siena), Giampiero Danti e Lorenzo Avanzati.


Nuove modalità – ”Il “sistema neve” della Toscana – ha spiegato Formento – è basato su di un tipo di “turismo pendolare”, e sta vivendo una situazione insostenibile a cui si lega una preoccupante emergenza occupazionale. Occorre pensare a nuove modalità di gestione degli impianti in cui le piste vengono a configurarsi come ‘infrastrutture’ anche di interesse pubblico. Il tutto – ha aggiunto – a fronte dei forti investimenti effettuati negli ultimi 10 anni, che ammontano a oltre 70 milioni, perchè la situazione rende molto difficile pagare i mutui”.


Cosa fare – In altre regioni, è stato spiegato, “alcuni impianti sciistici sono di proprietà pubblica” e per Anef e i sindaci ”la Regione toscana deve credere nel turismo bianco, così come lo ha fatto per il termalismo o per gli agriturismi”. Occorre, hanno aggiunto,”un intervento forte della Regione Toscana, utilizzando anche risorse nazionali, con contributi alla gestione per almeno 5 anni, in attesa che questa crisi si risolva o, in alternativa, creando un Consorzio misto, dove la gestione diretta degli impianti sia in mano al privato e i costi di costruzione, manutenzione straordinaria e soccorso siano a carico del pubblico”. Anef e i sindaci hanno poi proposto l’idea di uno skypass stagionale unico per la Toscana e l’Emilia Romagna.


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