SAN QUIRICO D’ORCIA – Per l’edizione 2023 Forme nel Verde ospita a San Quirico d’Orcia (Siena) la personale di Emanuele Giannelli. Forme nel Verde ha raggiunto felicemente la 52/a edizione, partita, quasi per caso agli inizi degli anni ‘70 e, nel corso di questo lunghissimo periodo, ha visto passare un incalcolabile numero di artisti di tutte le tendenze. Noti e meno noti.
Alcuni lo erano già, altri lo diventeranno e potranno annoverare nel loro curriculum la presenza ad una manifestazione artistica, che è unica nel suo genere e che ormai più giustamente potrebbe, anzi deve, essere annoverata fra le principali manifestazioni di arte contemporanea.
Per la sua storia, il suo percorso, i cataloghi, la raccolta delle opere donate e catalogate, gli scritti, le relazioni critiche annuali rappresenta un vero e proprio testo di storia dell’arte di oltre mezzo secolo di un’Italia artistica in continua evoluzione che è passata, si è formata ed evoluta, con lo sguardo al futuro.
In un paese di provincia che a suo tempo ebbe l’intuizione di ospitare una prima collettiva nel parco cinquecentesco di proprietà della famiglia Chigi Zondadari che “benevolmente ne concesse l’uso temporaneo. Il giardino allora “Chigi” che successivamente acquisito per esproprio da parte dell’amministrazione comunale sarebbe divenuto gli “Horti Leonini”. Questo è l’incipit. Un giardino del cinquecento, sconosciuto ai più, che si fa luogo di esposizione annuale. Galleria d’arte a cielo aperto. Più che galleria. Un libro d’arte, un libro d’arte aperto che ogni anno si evolve, si aggiorna e si fa sfogliare, più e meglio di un libro, perché vivo ogni volta dell’apporto di ogni artista che “umilmente” vi si avvicina e sviluppa il suo pensiero, i suoi sentimenti, la sua anima.
Il prossimo 22 luglio è il giorno dell’inaugurazione, della presentazione, che, come di consueto, a cura dell’amministrazione comunale, con la presenza del Sindaco Danilo Maramai, si svolge nella piazza posta proprio all’ingresso degli Horti Leonini. Sì, perché lo dobbiamo sottolineare, se Forme nel Verde esiste, lo si deve al Comune di San Quirico d’Orcia che da sempre, fin dal primo anno, se n’è fatta carico e ne ha curato la realizzazione. Carlo Pizzichini, che già nel 2013 fu invitato a realizzare una sua personale che aggiunse una pagina di molto successo alla manifestazione; per il terzo anno consecutivo è stato incaricato dall’attuale amministrazione alla direzione artistica di Forme nel Verde e ha ritenuto invitare all’edizione di quest’anno Emanuele Giannelli.
“L’uomo” è al centro della filosofia del complesso lavoro di Emanuele Giannelli che sviluppa nel percorso ormai noto fra gli Horti Leonini, la piazza, gli spazi intorno al Palazzo Chigi, la Collegiata e la vasca di Bagno Vignoni. L’Uomo, tema e sviluppo del percorso di Giannelli. L’Uomo! Bella riflessione. Questo uomini completamente “gnudi” con il loro ventre prominente, le membra in evidenza, forzuti, con gli sguardi neutri, persi nel vuoto sia che guardino in alto o in basso, apparentemente senza una loro anima se non quella dell’artista, che sembrano domandarsi ed invocare agli dei della loro esistenza sul perché della loro presenza. Angosciati per il loro futuro. Il nostro futuro. Non pregano: aspettano.
Dall’alto dei suoi cinquecento e passa anni Cosimo III dei Medici, che di orde di barbari ne ha viste nei secoli passare sotto i suoi sguardi lasciando cadaveri e miserie, sembra dire loro, ma anche a noi, tranquilli “il giorno segue sempre la notte più buia”. Curiosa e simpatica l’orda delle “scimmiette” che si affacciano sulla vasca di Bagno Vignoni. Sembrano uscite in gruppo, tutte insieme, sfuggite finalmente dalla prigionia di uno zoosafari, e tutte insieme, finalmente libere, assaporano la riconquistata libertà, perdendosi con gli atteggiamenti ed i loro sguardi nel misterioso ed eterno scorrere delle acque. L’installazione dei quattro omimi/ragno, già sulla facciata della Chiesa di S. Francesco (comunemente della Madonna) e spostata (dietro, critiche?) in un angolo del Palazzo Chigi non destano stupore. Sono già angoscianti di suo. Ci permettiamo di dire che forse stavano meglio nella prima posizione. Nel corso di tutti questi anni tante sono state le critiche, non sempre benevole, intorno alle varie edizioni di Forme nel Verde, per installazioni, etc. Chi non ricorda lo scalpore suscitato dall’ installazione d’acciaio sonora di un certo Carlo Rambaldi, effettista, allora all’esordio, della prima edizione di Forme nel Verde, agli inizi degli anni settanta, che avrebbe vinto ben due Oscar per Alien, E.T. l’extraterrestre un Oscar speciale per gli effettivi visivi di King Kong. O lo stupefacente, degli anni ottanta, “cavallo” imbizzarrito (qualcuno osò dire in atteggiamento da “monta”) sul sagrato della Collegiata, proprio davanti al portale romanico di ponente di Carlo Sassi, artista senese “prestato” alla cardiochirurgia peraltro con alto prestigio. Peccato non sia stato più invitato a partecipare ad una delle tante collettive e personali che in tutti questi anni si sono tenute.
La personale Di Emanuele Giannelli andrà comunque a fare parte della storia, del libro di storia dell’arte sempre aperto, rappresentato da Forme nel Verde come abbiamo detto all’inizio, al di là di ogni comune, più o meno soggettivo giudizio. Dalla terra ucraina invasa dalla Russia spira un brutto “Vento del Nord”. La scultura più importante di Emanuele Giannelli “Mr. Arbritium”, già destinata a San Quirico d’Orcia per Forme nel Verde è stata installata a Leopoli per “sostenere la cultura e spingere via la guerra”. Un bel ed alto segnale di pace. Una versione appositamente ridotta andrà a prendere il posto dell’originale. Onore al merito per questo più che simbolico segnale di pace. Buon Forme nel Verde 2023 dunque. A San Quirico d’Orcia, in Val d’Orcia. In Toscana.