La formazione è strumento davvero strategico, oggi, per trovare lavoro. Lo conferma un’indagine svolta in Toscana (dalle società Iris e Gouré) su un campione di circa 18 mila destinatari delle attività formative finanziate (nel biennio 2009/2010) grazie al Fondo sociale europeo 2007-2013. Fra i risultati si registra un tasso di occupazione decisamente incoraggiante per chi ha svolto attività formative: nel 2009 gli occupati  erano il 52% dopo 6 mesi di formazione, salendo al 55,5% dopo 12 mesi. Nel 2010 le due percentuali sono salite, rispettivamente, al 55,2% e al 60,9%. Ma anche chi si è limitato a uno stage integrato con un corso ha poi ottenuto un buon risultato: nel 74,6% dei casi ha trovato lavoro (percentuale che sfiora il 70% addirittura nel caso della frequenza a un solo e semplice corso formativo). Nel tasso di inserimento occupazionale, sia a 6 che a 12 mesi, si registra una consistente riduzione della forbice maschi/femmine. Tra i formati nel 2010 la differenza fra maschi e femmine è inferiore a 2 punti (su 6 mesi) e di 5,5 punti (su 12 mesi) mentre l’anno precedente era assai superiore (57,0 di maschi contro il 50,3 di femmine a 6 mesi e 60,9 contro il 50,3 a un anno. Insomma: le attività formative servono anche per ridurre, e in modo netto, la forbice occupazionale tra maschi e femmine. Più in generale va poi sottolineato che la partecipazione a una attività formativa porta benefici più forti soprattutto a distanza di 6 mesi dalla conclusione: è questo il momento nel quale la probabilità di occupazione è superiore (di ben 14 punti in percentuale) rispetto a quella attesa.

I numeri Nei primi due anni della crisi, analizzando gli occupati a 12 mesi dalla fine della formazione, si osserva che il tasso aumenta con l’aumentare del livello del titolo di studio. Nel 2010, ad esempio, gli occupati con licenza elementare erano il 56%, quelli con qualifica o diploma professionale il 66%, quelli con maturità il 58%, quelli con laurea il 70%. La possibilità di occupazione sembra maggiore nella fascia di età fra i 25 e i 34 anni, è più bassa fra i giovanissimi e decisamente più bassa nelle fasce di età 35-54 e oltre i 55. Analizzando il tipo di formazione ricevuta da coloro che hanno trovato un lavoro a 12 mesi, si mette in luce l’importanza di stage o tirocini, sia da soli che all’interno di un corso di formazione. Se al corso si aggiunge uno stage presso l’impresa o un periodo di tirocinio, in sostanza, la ricerca è più efficace. A 12 mesi dalla conclusione, il 54,3% di coloro che hanno frequentato un corso hanno trovato lavoro, a fronte del 65,5% di chi ha fatto formazione e stage presso un’impresa o del 60,3% di chi ha fatto solo tirocinio.

Le attività Quanto al settore di attività, quello prevalente per gli occupati a 12 mesi è il settore dei servizi, al cui interno appare elevata la componente femminile. Seguono il commercio, l’alberghiero e la ristorazione, l’ambito sanitario e l’assistenza sociale e sanitaria. L’industria nel complesso incide per il 14,2% degli occupati, concentrati nel manifatturiero e a forte prevalenza maschile, mentre in agricoltura trova lavoro appena il 3%. Oltre il 70% dei rapporti di lavoro è di tipo dipendente o parasubordinato, con un 18,6% di contratti a tempo indeterminato e il resto (81,4%) a tempo determinato. «Non c’è dubbio – spiega l’assessore alla formazione Gianfranco Simoncini – che l’apporto delle risorse europee rappresenti ancora uno strumento irrinunciabile per uscire dalla crisi e avviare un nuovo sviluppo e raggiungere i nuovi obiettivi fissati dalla Ue. E’ in corso a livello europeo la discussione sui fondi e su questo la Toscana è impegnata in prima persona per chiedere che vi sia certezza nelle risorse, valorizzazione del ruolo delle Regioni, minori vincoli burocratici. Al governo nazionale chiediamo non solo un forte impegno e pressione nei confronti della Ue perchè ciò avvenga, ma anche un’adeguata compartecipazione finanziaria».
A giugno 2012 il programma toscano del Fondo sociale europeo ha approvato 39 mila progetti, di cui oltre 34 mila (88%) avviati e 25 mila (74%) già conclusi, per un valore di impegni pari a circa 440 milioni e di pagamenti pari a poco meno di 300 milioni di euro.