Nella battaglia tra Province sancita definitivamente dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge (leggi), s’inserisce anche il caos generato all’interno delle Fondazioni Bancarie che, da sempre, si sorreggono sulla rappresentatività territoriale. Una battaglia che si tramuta in “guerra tra poveri” considerati i tagli dei trasferimenti statali agli enti pubblici e che, proprio perché in tale condizione, si acuisce dal momento che le risorse delle Fondazioni fanno gola. Sempre ammesso che queste risorse ci siano o tornino ad esserci. In Toscana il casus studi è ovviamente quello della Fondazione Monte dei Paschi dopo l’annuncio dell’accorpamento tra la Provincia di Siena, ente nominate di 5 membri della deputazione generale, e la Provincia di Grosseto.

Tutto nel 2013 I tempi stringono per risolvere una situazione quanto mai intrigata e che vedrà il suo culmine a luglio 2013 quando l’attuale presidente Gabriello Mancini, in scadenza del secondo mandato, lascerà Palazzo Sansedoni. Prima di allora sarà necessario un nuovo Statuto che non potrà che prendere in esame anche l’assetto territoriale provinciale allargato in vigore dal 1 gennaio 2014 dopo l’assestamento burocratico che, al via dal 1 gennaio 2013, partirà dall’addio di Giunte e Consigli per giungere, a novembre, con l’elezione della Provincia Grosseto-Siena. Nell’intersezione di date e scadenze da non dimenticare, visti gli equilibri politici che da sempre vigono e vigilano sul territorio senese e soprattutto cercano di mantenere stabile l’asse di ferro economico e istituzionale (leggi), anche le elezioni amministrative che porteranno un nuovo sindaco a Palazzo Comunale.

Tra statuto e documento programmatico Già da alcune settimane la Fondazione è attiva nel cercar di rimodellare lo Statuto. Un lavoro che è partito da tempo e che dovrà rispondere anche alle indicazioni contenute dalla Carta delle Fondazioni redatta dall’Acri. «Ci vorrà ancora un po’ di tempo» sottolineò il presidente Gabriello Mancini circa due mesi fa (leggi). Se la fase è quindi embrionale nel capitolo Statuto, sembra non essere tale sul fronte del Piano Programmatico della Fondazione Mps. Il documento che contiene le scelte strategiche per il prossimo anno doveva essere approvato entro la fine di ottobre. All’interno, è deducibile, possano esserci importanti indicazioni sulle volontà immediate in tema bancario e sulle partecipate della Fondazione stessa, Sienabiotech e Sansedoni su tutte. All’interno, quindi, anche indicazioni importanti per i futuri rappresentanti di Deputazione generale e amministratrice.
 
Due candidati, due soluzioni possibili Se Grosseto strizza timidamente l’occhio all’entrata in Palazzo Sansedoni per parola del suo presidente Leonardo Marras (leggi), la Provincia di Siena invita alla cautela con il presidente Simone Bezzini (guarda) dopo aver fatto ricorso al Tar per il mantenimento del capoluogo e aver promesso battaglia con una manifestazione al fianco dei dipendenti provinciali indetta per giovedì. Intanto sulle pagine del Corriere Economia di oggi  Stefano Righi individua due possibili soluzioni per il futuro statutario delle Fondazioni di origine bancaria: «La base del ragionamento rimane il territorio. Quindi, i diritti di rappresentatività (e anche patrimoniali sui dividendi futuri) potranno secondo taluni venire redistribuiti tra i sindaci dei comuni componenti la provincia originaria. Oppure potranno essere attribuiti a organizzazioni territoriali già operanti quali potrebbero essere anche le Camere di commercio. O addirittura anche a soggetti del terzo settore. Un orientamento pare comunque pare trovare l’accordo della maggioranza: rimanere fedeli all’assetto originario. E correggere al più presto l’effetto discorsivo di una riforma che sta accompagnando un equilibro consolidato. Il 2013 sarà l’anno della rivoluzione».

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