«Abbiamo lavorato, stiamo lavorando e continueremo a lavorare». Così la presidente della Fondazione Mps Antonella Mansi commenta la vendita del 12% del pacchetto di titoli di Mps (leggi). Un lavoro fatto «sul mandato affidato, il cui cardine vede la messa in sicurezza della Fondazione» ha aggiunto. Nel mandato affidato ai vertici della Fondazione, ricorda poi Mansi, c’era anche l’obiettivo di «tornare a svolgere quel ruolo fondamentale di motore e sviluppo per il territorio».
Ulteriore vendita da valutare La presidente sottolinea poi come la vendita realizzata ieri sera a mercati chiusi di un importante pacchetto del capitale del Monte consentirà «di lavorare con maggior serenità dopo aver adempiuto agli impegni presi», riferendosi alla restituzione del debito di 340 milioni contratto dai vecchi vertici dell’ente con un pool di banche nel 2011. Mansi non si sbilancia sul prossimo futuro, ossia se la Fondazione venderà ancora titoli di Mps (da ieri è scesa al 15,07%): «Valuteremo nelle prossime settimane». La presidente non conferma neppure se il pacchetto ieri sera è stato venduto ad uno o più soggetti, «per noi ha lavorato Morgan Stanley». Infine, dalla presidente arriva un ringraziamento particolare «alla struttura della Fondazione per lo sforzo e il lavoro fatto in queste settimane e in questi mesi».
Sindaco: «un piccolo miracolo» E’ evidentemente soddisfatta la presidente Mansi anche se ha ben chiaro che la missione di salvataggio dell’ente di Palazzo Sansedoni non è certo conclusa. Ma ancor più soddisfatto di lei sembra il sindaco di Siena Bruno Valentini che prima parla di «piccolo miracolo» dettato da «un’azione determinata, coraggiosa e competente» e poi sottolinea che «la nuova Fondazione nasce oggi e non si limiterà più a distribuire poteri e incarichi».
Il merito della scelta e il paragone con Conte Ed il primo cittadino di Siena ha poi parole di elogio e di stima per la presidente Mansi: «è una persona con la testa sulle spalle, sa che è solo all’inizio del suo mandato». Non solo, Valentini ha aggiunto: «rivendico il merito di averla scelta, non ci abbiamo messo i compagnucci di partito» lasciandosi inoltre andare ad una metafora calcistica rispondendo a chi gli chiedeva se la Mansi sarà riconfermata alla guida della Fondazione al termine del suo mandato dopo l’approvazione del bilancio consuntivo. «E’ come chiedere se riconfermerei Conte alla guida della Juve» ha risposto il sindaco.
Siena territorio di riferimento Guardando invece al futuro di Siena, della banca e della Fondazione Mps in vista dell’aumento di capitale da 3 miliardi previsto per Rocca Salimbeni, il primo cittadino ha sottolineato che «Siena non sarà più azionista ma territorio di riferimento e lo chiederemo ai nuovi azionisti. La banca è contendibile e si ipotizza che chi ha comprato le azioni dalla Fondazione sia pronto a partecipare all’aumento di capitale. La Fondazione non sarà azionista di maggioranza perchè non può e perchè la politica non glielo chiede più».
Vertici della banca troppo finanzieri e poco manager Ma se non sono mancate le stoccate alla passata gestione politica della città e agli strascichi che ancora questa si porta dietro, l’affondo più duro il sindaco l’ha scoccato nei confronti degli attuali vertici di Rocca Salimbeni. «Il management della banca deve fare il proprio lavoro, ridare prospettive a migliaia di filiali e migliaia di dipendenti. In passato hanno fatto un po’ troppo i finanzieri e un po’ meno i manager» ha risposto Valentini ai giornalisti che gli chiedevano un commento sull’operato degli attuali vertici della banca Mps. «In generale quando i manager si divertono a fare i finanzieri l’azienda corre un rischio» ha aggiunto il sindaco, e riferendosi ad Unicredit ha poi sottolineato: «Non basta essere grandi per essere bravi, 14 miliardi di perdite derivano da errori strategici e gestionali che evidentemente non appaiano grandezza con risultati».
Lieve calo in borsa Il giorno dopo la cessione dell’11,98% da parte della Fondazione a 0,239 euro per azione, Monte dei Paschi di Siena ha registrato una giornata di progressivo calo in Borsa: partita debole, ha concluso in ribasso del 2,03% a 0,241 euro con scambi di 1,331 miliardi di ‘pezzi’, pari all’11,3% del capitale.